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Il papà di Chantal Tonello racconta il loro incontro dopo 13 anni: “Ha visto solo 4 persone nella sua vita”

A Fanpage.it parla Andrea Tonello, papà di Chantal, la bimba sequestrata in Italia dalla madre il 30 novembre 2012 e rintracciata giovedì 12 giugno con una task force di polizia a Mezotur, in Ungheria. L’uomo ha raccontato l’incontro avvenuto dopo 13 anni: “È stato devastante, mia figlia è in uno stato psicologico difficilissimo”.
A cura di Eleonora Panseri
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"Le ho detto che non farò mai nulla contro la sua volontà. Quando vorrà conoscere la sorella, la porterò in Ungheria, e, quando lei mi permetterà di andare insieme a mangiare un gelato, lo faremo. Ora è in uno stato psicologico difficilissimo".

A parlare a Fanpage.it è Andrea Tonello, papà di Chantal, la bimba sequestrata in Italia dalla madre il 30 novembre 2012 e rintracciata giovedì 12 giugno con una task force di polizia a Mezotur, in Ungheria. La minore è stata affidata dalle locali autorità alla nonna materna con obbligo di facilitare gli incontri con il padre.

La bambina era stata sottratta quando aveva circa un anno ed è stata tenuta nascosta al padre e alle autorità per tutti questi anni. La madre, cittadina ungherese, dopo una breve vacanza nel suo Paese di origine, non aveva più riportato la figlia in Italia, facendo perdere le sue tracce. Ora la donna è stata arrestata.

Come si sente? Come sono state le ultime ore?

Quella di giovedì è stata una giornata devastante. Mi hanno chiamato dicendomi, di punto in bianco, che avevano arrestato la madre e e che dovevo andare a prendere mia figlia, come se fosse un pacco. Ho sentito la mia avvocata, Chiara Balbinot, che mi segue dall'inizio, e siamo partiti.

Abbiamo forato e perso 4 ore per cambiare la ruota, siamo arrivati alla stazione della polizia in Ungheria alle 2 di notte. Lì c'era anche il mio avvocato ungherese. Hanno portato la bambina dicendo che era in uno stato particolare.

In che condizioni ha trovato sua figlia?

Per 13 anni è rimasta chiusa in casa, non è mai stata scolarizzata e ha visto solo quattro persone nella sua vita. La bimba sa tutto di me, sa anche la razza dei cani che ho a casa. Ma la madre le faceva vedere il mio profilo Facebook dicendole che, se lei fosse uscita di casa, io l'avrei portata via per sempre.

È cresciuta con una paura tremenda, è convinta che io sia l'orco cattivo. Non è mai uscita di casa a mangiare un gelato e non ha mai conosciuto un bambino della sua età, lei è convinta che quella di questi anni sia la normalità. Quando mi ha visto è stata glaciale, non ha voluto abbracciarmi, ha detto che non voleva conoscermi, ma non poteva essere altrimenti.

Non si è fatta fotografare ma dopo un'ora, quando le ho chiesto se voleva vedere la foto di sua sorella, ha accettato. Sempre a distanza: se mi avvicinavo di un centimetro, si allontanava di 3. La nottata è stata pesantissima per tutti.

Ora qual è la situazione?

Io adesso ho l'affidamento esclusivo ma non potevo portarla via, facendole ulteriore violenza. Mi hanno detto che l'opzione era la casa famiglia ma in Ungheria alcune sono dei posti terribili e lei ha già subito di tutto. Quindi, l'unica alternativa che avevamo era chiamare la nonna materna, starà con lei e noi faremo tutto quello che c'è da fare.

La nonna, una delle quattro persone che l'hanno tenuta in quello stato, sarà monitorata dalla polizia, dagli assistenti sociali e dallo psicologo. Nel pomeriggio di venerdì abbiamo fatto una merenda, sono arrivata con torta e pizzette, le ho preso un libro sui cani, che lei adora, e una gift card per andare a comprare dei vestiti. Non ha mai visto come è fatto un negozio.

All'inizio mi ha detto che non poteva accettare, dopo un po' però ha ceduto. Fino a poche ore prima non voleva nemmeno vedermi, mi guardava con odio, mentre ieri pomeriggio c'era curiosità.

Le ho detto che non farò mai nulla contro la sua volontà. Quando vorrà conoscere la sorella, la porterò in Ungheria, e, quando lei mi permetterà di andare insieme a mangiare un gelato, lo faremo. È in uno stato psicologico difficilissimo.

Ha trovato un modo per mantenere i contatti con Chantal?

Ora ho un contatto telefonico, le manderò dei messaggini. Le ho detto di leggerli e di rispondere solo se avrà voglia. Ma di non bloccarmi. Non ha detto di no, però ora come ora non si può forzare nulla. Almeno so che è viva, che fisicamente sta bene. E nei prossimi mesi l'aiuteremo.

In questi 13 anni lei ha fatto di tutto, cosa le ha dato la forza per andare avanti?

Volevo almeno sapere che stesse bene, per questo è stato devastante. Pensavo che la madre le avesse cambiato nome e che conducesse una vita normale. E invece non era così. Però non l'avrei mai strappata dalla famiglia dove viveva.

Sono convinto che magari, dopo aver conosciuto sua sorella, in un futuro verrà a Padova da noi. Se solo in una serata c'è stata una minima apertura, nei prossimi mesi potrebbero essercene tante altre, anche più importanti.

Cosa vorrebbe dire ai genitori che si trovano nella sua situazione?

Non bisogna mollare mai per l'amore che si prova per i propri figli. Mai mollare anche se passano tanti anni e per me 13 sono stati tantissimi. Da un po' avevo smesso di fare i miei viaggi settimanali, economicamente ci si espone in maniera importante, ma per mia figlia ho fatto qualsiasi cosa. Ed è giusto che i bambini sappiano la verità.

Si è mai sentito solo?

Se escludo la mia avvocata, poche altre persone mi sono state vicine, mio padre con la poca forza che aveva. Tanti hanno fatto spallucce, anche dal punto di vista politico. Si poteva fare molto di più fin dall'inizio, ma bisogna mettere in preventivo che in tanti momenti si lotta da soli.

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