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Omicidio Giulia Cecchettin

Il nuovo audio di Giulia Cecchettin: “Vorrei scomparire, ma ho paura che Turetta possa farsi del male”

“Vorrei sparire completamente, perché ogni volta che gli dico di non vederci più lui si appicca ancora di più. Ma ho dei mega sensi di colpa…” così la 22enne veneta uccisa dal fidanzato in un audio inviato alle amiche e reso pubblico a Quarto Grado.
A cura di Biagio Chiariello
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"Potrei trovare una scusa parlando della scuola, dei comics, della tesi e dei lavoretti che mi sono trovata. Il problema è che ogni qualvolta dico a Pippo [Filippo Turetta, ndr]: ‘Guarda, vorrei limitare le nostre uscite', o ‘Vorrei che ci vedessimo di meno', così simili, ho notato che lui si appiccica ancora di più". È il messaggio vocale di Giulia Cecchettin che la trasmissione Quarto Grado ha reso pubblica nella puntata tv di questa sera, 15 dicembre. Nell'audio inviato alle amiche si intuisce chiaramente come la 22enne veneta, uccisa poi dal suo ex fidanzato, voglia troncare in tutti i modi i rapporti con il ragazzo.

Ma c'è un problema: facendo così Turetta si "appiccica" ancora di più. La soluzione per Giulia Cecchettin è quella di sparire completamente, facendo in modo che l'ex non sappia nulla: "Devo scomparire senza comunicarglielo". La giovane però ammette che questo comportamento attiverebbe in lei "mega sensi di colpa. Ho paura che possa farsi male", spiega nel vocale. "Devo sparire pian piano, perché ogni volta che lo dico lui si spaventa. Ma allo stesso tempo non so come gestire questi sensi di colpa". Il timore di Giulia è che Turetta possa compiere un insano gesto.

Nel frattempo oggi è arrivata in Italia dalla Germania la Fiat Grande Punto nera, dove è stato trasportato il corpo senza vita della studentessa. La macchina verrà sottoposta ad analisi da parte dei carabinieri del Ris di Parma per verificare la ricostruzione dei fatti.

Gli accertamenti sul veicolo dovrebbero chiarire dettagli sulla dinamica del delitto. Uno di questi sarà la “bloodstain pattern analysis”, ovvero l’analisi della disposizione delle tracce di sangue presenti, utilizzata anche nel caso del delitto di Cogne.

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