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“Il matrimonio del clandestino non s’ha da fare” lo dice il sindaco leghista

A pochi minuti dalle nozze di un marocchino, il primo cittadino di Terno d’Isola (Bergamo) ha chiamato i carabinieri e bloccato tutto: lo sposo è senza permesso di soggiorno. Il matrimonio, però, si farà lo stesso.
A cura di Biagio Chiariello
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Il rimando ai Promessi Sposi viene facile pensando al caso di Terno d’Isola , in provincia di Bergamo. Il "Renzo Tramaglino" della situazione è un 28enne marocchino prossimo al matrimonio con una cittadina italiana di origine russa. Il "Don Rodrigo", autore della la famosa citazione nei confronti di Don Abbondio,è il sindaco Corrado Centurelli, che guida una giunta della Lega Nord, partito che sin dall'alba dei (suoi) tempi ha fatto della lotta all'immigrazione clandestina uno dei propri cavalli di battaglia. Il giovane avrebbe infatti dovuto convolare a nozze lunedì 5 novembre ma l'amministrazione comunale ha detto "no". Come scrivono L'Eco di Bergamo e Il Giorno, Centurelli e i suoi "bravi" per impedire il rito nuziale, hanno sottoposto ad un esame meticoloso tutte le pratiche che riguardavano il marocchino. E qualcosa è venuto fuori: tre anni fa al ragazzo era stato rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno a causa di una vicenda di droga. Aveva, dunque, presentato ricorso al Tar e lo aveva perso (anche se pare che un nuovo ricorso, ancora senza risposta, sia stato presentato al Consiglio di Stato). Il sindaco a quel punto ha chiamato i carabinieri, che hanno bloccato l'immigrato pochi minuti prima del matrimonio.

Niente matrimonio. Anzi sì – Nei suoi confronti, la questura ha emanato un provvedimento di espulsione, che è stato però sospeso dal Giudice di Pace per 30 giorni. E così l'extracomunitario è tornato all'ufficio di stato civile per rivendicare il suo diritto. Le nozze saranno, dunque, celebrate. La data, però, rimane segreta e a sposarlo non sarà certo il sindaco o qualche altro membro della giunta leghista, bensì un ufficiale di stato civile "neutro". E anzi lo stesso Centurelli ora minaccia le dimissioni. Dimissioni «simboliche», sia chiaro. «Una provocazione contro le istituzioni – annuncia il primo cittadino di Terno d'Isola, che è avvocato –. Sono pronto ad andare dal Prefetto e consegnare la fascia tricolore, facendo presente questa situazione paradossale. Infatti, alla luce del contenuto della sentenza della Corte Costituzionale 245 del 6 luglio 2011 il vigente ordinamento di stato civile impone di procedere alla celebrazione del matrimonio anche per soggetti sprovvisti di permesso di soggiorno».

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