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“Il giorno dopo lo stupro sono andata a mare”. La storia di Federica e del perché non ha denunciato

Quella di Federica è una delle tante storie emerse grazie all’hashtag #ilgiornodopo. A Fanpage.it racconta del suo stupro, di come l’abbia subito da una persona che credeva di conoscere e del perché non ha denunciato. Un percorso lungo, ma che oggi racconta con la consapevolezza di chi sa di aver subito una violenza.
A cura di Gaia Martignetti
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Sono passati 5 anni dal suo giorno dopo. Anzi, 4 anni e 8 mesi specifica Federica, «sono date importanti, che si ricordano». Oggi di anni ne ha 25 e parla con la consapevolezza di chi riesce a dare un nome a quanto vissuto: abuso. È una delle ragazze che si è riconosciuta in un hashtag, quello lanciato da Eva Dal Canto, #ilgiornodopo. Un modo per rispondere a quanti credono che dopo una violenza subita si abbiano subito la consapevolezza e  la forza di denunciare quanto accaduto. Federica parla di stupro e spiega di non averlo immediatamente riconosciuto perché arrivava da una persona che lei frequentava. «Si pensa che lo stupro venga fatto da chi non conosci, che ti mette in un casolare. E magari ti ammazza pure». Con la terapia, spiega a Fanpage.it, ha successivamente capito che sono state diverse le volte in cui ha subito degli abusi. «Eravamo a una festa, ci allontaniamo, mi sbatte contro il cofano dell'auto, piegata in avanti. Se vedi la foto, i lividi che sono sulle anche sono per questo. Inizia ad abusare di me nonostante dicessi di no».

La foto che Federica ha pubblicato
La foto che Federica ha pubblicato

Federica racconta di aver urlato sempre di più, «sono passate delle persone che non hanno fatto nulla però. Lui ha finito, mi ha lasciata lì. Sono corsa verso la festa, sono caduta sbucciandomi anche le ginocchia. Ho continuato la mia festa. Ero in una bolla, come ovattata. Il giorno dopo sono andata a mare con gli amici. Poi non ci ho pensato più. È accaduto, chiudilo in un cassetto, butta la chiave, non riaprirlo più perché sai quanto male ti potrebbe fare». Dopo un po' ha iniziato a star male e a rivolgersi a un terapeuta. «Ero depressa, non mi alzavo più dal letto. Avevo disturbi alimentari, vomitavo tutto quello che mangiavo, non volevo più studiare e per lo stress forte mi è venuta una paresi al viso. Sono stata molto male, anche fisicamente, non riuscivo più a camminare. Della paresi porto ancora i segni. Mi sono "ricostruita" nell'ultimo anno». Federica non ha mai denunciato perché, spiega, non era consapevole di cosa le fosse accaduto e solo dopo un percorso con un terapeuta  ha riconosciuto il suo giorno dopo. «Forse quel no non era un no sicuro, forse quel no potevo dirlo più ad alta voce. Potevo alzarmi e spingerlo. Poi in un secondo momento, circa un anno dopo, si è accesa una lampadina su quel no. Ma mi sono detta, ora chi mi crede? Sono viva, me lo tengo per me. Questa è la prima volta che parlo del mio stupro, in pubblico. Io non ho più paura, anche se non dovessero credermi, io l'ho subito e va bene così. La cosa principale è il voler dare coraggio anche ad altre ragazze. Eva Dal Canto con #ilgiornodopo mi ha dato un coraggio incredibile. È come se avesse detto parlane anche tu per la prima volta. Ho capito a pieno che quella era una violenza sessuale. Non c'era più il forse, "hai sbagliato tu". Se fosse ancora possibile denuncerei, sì, assolutamente». Anche se sono passati 5 anni. Anzi, 4 anni e 8 mesi.

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