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Il Covid-19 ha bloccato le adozioni internazionali: la storia di 30 neogenitori

L’emergenza Covid-19 ha bloccato le adozioni internazionali: le pratiche per l’adozione di bambini in Russia, per esempio, sono sospese fino a data da destinarsi. Genitori che stanno solo aspettando la firma per portare a casa i propri figli sono in attesa, aspettando l’apertura dei confini che tarda ad arrivare. A Fanpage.it, Ciro racconta la sua storia di padre al telefono. “Come me tante altre famiglie”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ciro e Daniela hanno deciso di adottare dei bambini e hanno trovato i loro figli in Russia. Li hanno conosciuti in un primo incontro nel loro Paese, avvenuto a settembre dell'anno scorso, poi sono rimasti in attesa di un secondo incontro con le autorità per l'incartamento che avrebbe ufficialmente attestato la loro genitorialità. La pandemia, però, ha cambiato le carte in tavola: 30 coppie da tutta Italia sono in attesa di portare a casa i loro bambini dalla Russia. Attualmente, le pratiche per le adozioni internazionali con il paese sono bloccate. Dopo quasi un anno di pandemia, i genitori sono ormai allo stremo delle forze. "Siamo 30 coppie in questa situazione, ma sicuramente i genitori che non possono abbracciare i loro figli sono molti di più, ci sono coppie che non hanno potuto neanche conoscerli ancora – racconta Ciro a Fanpage.it -. In questo momento è tutto bloccato. Sembrava che la situazione potesse sbloccarsi, ma in questo momento di incertezza politica siamo sprofondati in una precarietà ancora più grande".

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Le adozioni internazionali bloccate

Le pratiche per le adozioni internazionali, anche quelle avviate già da tempo, sono sospese fino a data da destinarsi. I genitori, quindi, restano in un limbo lungo mesi. Nonostante la disponibilità a partire sottoponendosi a quarantena e a tamponi prima di partire e una volta arrivati, la situazione continua a non sbloccarsi. I genitori mantengono i contatti con i bambini tramite cartoline, video inviati ai figli e foto. Nessuna videochiamata, però, perché si tratta di una misura che le strutture in Russia non hanno mai previsto. In via del tutto eccezionale è stato permesso lo scambio di foto e video. Nella stessa situazione, però, si trovano anche altri paesi internazionali: la Cina, per esempio, non ha mai riaperto le frontiere ai genitori adottanti dall'inizio della pandemia.

Nel mese di giugno sembrava che le frontiere fossero finalmente destinate a riaprirsi per i genitori adottanti: un nuovo decreto pubblicato sul sito governativo del paese riguardava il permesso di ingresso per i cittadini stranieri. "Si consente l'ingresso per motivi di salute e cure a parenti (moglie/marito, genitori, bambini, agli adottanti e ai minori adottati) tutori e fiduciari. La riapertura dei confini, però, non ha avuto vita lunga. Il Covid ha immediatamente chiuso di nuovo le porte per una seconda ondata, per poi non riaprirle più e mantenere la situazione in stallo. I viaggi internazionali di comprovata necessità, in realtà, sarebbero permessi: tramite documentazione, sarebbe possibile dimostrare la necessità dello spostamento. Prima di imbarcarsi, i genitori avrebbero comunque dovuto sottoporsi al tampone e alla conseguente quarantena dopo il viaggio, ma questo non sembra possibile per le neomamme e i neopapà. Del resto, senza l'incartamento per dimostrare la validità del viaggio, è impossibile anche spostarsi.

A Fanpage.it Ciro, che parla a nome di tutte e 30 le coppie nella sua situazione, chiede di raccontare la situazione delle adozioni internazionali senza concentrarsi sulla sua vicenda personale. "Parlo a nome di tutti – spiega – e non vorremmo trovarci in una situazione di privilegio. Abbiamo sollevato la problematica per aiutare tutti coloro che si trovano nella nostra stessa situazione. La situazione emotiva è delicata per noi e per i nostri bambini. Vogliamo arrivare a un lieto fine per tutti quanti"

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