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Il Comune di Casteldaccia sotto accusa: “Poteva demolire il villino abusivo già ne 2011”

Botta e risposta tra il Tar di Palermo e l’amministrazione di Casteldaccia, dove sono morte 9 persone all’interno di un villino abusivo, travolto dalla furia dell’acqua del fiume Milicia, ingrossato dalle piogge. Secondo i giudici, non risulta che sia stata mai sospesa l’ordinanza di demolizione dell’immobile, che dal “2011 poteva e doveva essere eseguita”. Intanto, la procura di Termini indaga per disastro colposo e omicidio colposo.
A cura di Ida Artiaco
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Il villino abusivo di Casteldaccia, dove sono morte 9 persone.
Il villino abusivo di Casteldaccia, dove sono morte 9 persone.

Mentre la Sicilia e l'Italia intera piangono le 9 vittime del maltempo a Casteldaccia, in provincia di Palermo, si cerca di fare luce sulle responsabilità di una tragedia che si sarebbe potuta evitare. In particolare, sotto accusa è finito il Comune siciliano, dove si trovava la villetta che nella notte tra sabato 3 e domenica 4 novembre, è stata sommersa dalla furia dell'acqua del fiume Milicia, ingrossato dalla pioggia, uccidendo i membri di due famiglie, tra cui anche 3 minori, che stavano trascorrendo il ponte di Ognissanti. È stato il sindaco Giovanni Di Giacinto a parlare per primo di abusivismo a poche ore dalla strage dell'allerta meteo. Lo ha fatto rilasciando dichiarazioni ai media locali e in tv, in particolare a Non è l'Arena con Massimo Giletti. "La casa travolta dal fiume, di cui le vittime erano affittuari, – ha detto il primo cittadino – era abusiva e dal 2008 pendeva un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell'immobile davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile. Se l'immobile fosse stato abbattuto non ci ritroveremmo a piangere questi morti".

Immediata è arrivata la replica del Tar di Palermo, che ha fatto sapere, tramite una nota pubblicata dal proprio ufficio stampa, che da primi accertamenti non risulta che sia stata mai sospesa l'ordinanza di demolizione dell'immobile. In altre parole, dunque, il Comune di Casteldaccia, che aveva emesso il provvedimento di abbattimento, avrebbe dovuto demolire l'immobile anche se i proprietari avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo. "Non può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sè sufficiente a bloccare l'efficacia dell'ordine di demolizione. In ogni caso, nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l'ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; né il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l'ordinanza di demolizione poteva – e doveva – essere eseguita", è precisato nella nota del Consiglio di Stato e della Giustizia amministrativa. "Ogni altra ricostruzione dei fatti, in merito a questa tragedia in cui hanno perso la vita nove persone, – è scritto ancora – è falsa e volta a delegittimare l'istituzione della giustizia amministrativa".

Sulla tragedia del maltempo a Palermo, dunque, c'è l'ombra dell'abusivismo. Un fatto abbastanza consueto per questa zona del Palermitano. Basti pensare che un recente monitoraggio fatto dal procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, ha evidenziato che 75 comuni su 82 della provincia non sono in regola con le ordinanze di demolizione. Intanto la Procura di Termini Imerese indaga per disastro colposo e omicidio colposo, come conferma il procuratore Ambrogio Cartosio, che però precisa: "Siamo ancora nelle primissime fasi delle indagini. Al momento stiamo indagando contro ignoti e già nei prossimi giorni potrebbero esserci importanti sviluppi". La villetta e tutta l'area circostante, compresa la strada che porta all'immobile abusivo, è stata sequestrata. La Procura ha sequestrato anche decine di documenti prelevati dal Comune di Casteldaccia e che riguardano non solo l'immobile travolto dal fango ma anche tutte le case nella zona circostante.

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