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Il capo della Polizia Gabrielli: “I negazionisti del Covid possono essere fenomeno molto rischioso”

Per il capo della Polizia Franco Gabrielli, intervenuto a margine della riunione del gruppo di lavoro Europol sulle minacce criminali correlate alla pandemia da Coronavirus, “in un momento di smarrimento come questo ci sono rischi da fenomeni come i negazionisti. Il Covid e la criminalità organizzata hanno molte similitudini. Noi registriamo più contagiati perché facciamo più tamponi di altri, abbiamo un sistema di controllo che altri non hanno”.
A cura di Ida Artiaco
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I negazionisti, pur essendo un un fenomeno marginale, possono produrre rischi in un momento di smarrimento come quello causato dalla crisi da Coronavirus. Ne è convinto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha così commentato le preoccupazioni espresse dai colleghi spagnoli sui no mask, no vax e in generale i negazionisti del Covid-19 nel corso della riunione del gruppo di lavoro Europol sulle minacce criminali correlate alla pandemia in corso a Roma. Non solo. Ha lanciato anche l'allarme per l'infiltrazione delle mafie nel tessuto soci-economico fortemente indebolito dall'emergenza sanitaria. "Le organizzazioni criminali – ha sottolineato Gabrielli – hanno come principale scopo il profitto. E in un momento nel quale il mondo, a seguito del Covid, ha la necessità di immettere forti quantità di denaro pubblico per sostenere l'economia in crisi, non ci vuole la palla di vetro per capire che queste sono le precondizioni per le organizzazioni criminali di intercettare quei flussi e acquisire aziende in crisi".

Il capo della Polizia ha confermato altresì l'allarme dell'Europol sul tentativo delle mafie di mettere le mani sui fondi del Recovery Fund, sottolineando però che in questo contesto l'Italia non è messa peggio del resto d'Europa, anzi è "all'avanguardia" e "punto di riferimento" dell'Ue nella lotta alle organizzazioni. Gabrielli ha fatto anche un parallelo con il virus. "Il Covid e la criminalità organizzata hanno molte similitudini. Noi registriamo più contagiati perché facciamo più tamponi di altri, abbiamo un sistema di controllo che altri non hanno. Ma se non faccio i tamponi – dice – non mi accorgo degli asintomatici e il mondo della criminalità organizzata è fatto di molti asintomatici. Dunque noi passiamo per i più infettati quando invece lo siamo come gli altri solo che noi facciamo più tamponi, più controlli".

Infine, Gabrielli ha confessato di essere "preoccupato per la gestione dell'ordine pubblico, mai come in questo periodo chi ha responsabilità nella sicurezza deve avere la capacità di empatizzare le situazioni di disagio. C'è bisogno di dialogo e comprensione e di capire la sensibilità degli altri. Se ne deve uscire tutti insieme e il fatto che sia un qualcosa che non riguarda solo il nostro Paese la dice lunga sull'ampiezza del problema", aggiungendo: "O si supera la situazione insieme, come comunità, o sarà difficile. Chi ha l'uso legittimo della forza deve mettere un surplus di empatia e sensibilità".

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