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Il 99% dei morti di Covid da febbraio a oggi non aveva completato il ciclo vaccinale

Secondo l’ultimo studio dell’ISS sui decessi per Covid il 99 per cento dei morti registrati dal primo febbraio 2021 al 21 luglio non aveva completato il ciclo vaccinale; tra coloro che invece erano completamente vaccinati si riscontra un’età media più alta e un numero medio di patologie pregresse maggiore.
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A cura di Davide Falcioni
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Il 99 per cento dei morti di Covid-19 che si sono registrati dal primo febbraio 2021 al 21 luglio non aveva completato il ciclo vaccinale; tra coloro che invece erano completamente vaccinati si riscontra un’età media più alta e un numero medio di patologie pregresse maggiore. È quanto afferma un approfondimento contenuto nel report periodico sui decessi dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato quest'oggi.

Dal primo febbraio al 21 luglio sono stati registrati 423 decessi di Covid tra positivi vaccinati con “ciclo completo”, pari all’1,2% di tutti i morti di Sars-Cov-2 avvenuti in questo lasso di tempo, in cui i decessi sono stati complessivamente 35.776. Quella del primo febbraio è stata scelta come data indice perché corrisponde alle cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall’inizio della campagna, il 27 dicembre del 2020. Lo studio è basato su un campione di 70 cartelle cliniche dei 423 morti di Sars-Cov-2 positivi avvenuti fino al 21 luglio 2021 in vaccinati con "ciclo vaccinale completo" (16.5%). Rispetto alla totalità dei decessi per cui sono state analizzate le cartelle cliniche, nel campione dei morti che avevano fatto sia la prima che la seconda dose l’età media risulta decisamente alta (88.6 contro 80 anni). Inoltre, il numero medio di patologie osservate in questo gruppo di decessi è di 5, molto più elevato rispetto ai morti della popolazione generale (3,7). Dopo l’insufficienza respiratoria acuta, le sovrainfezioni sono le complicanze maggiormente diffuse nelle persone decedute con ciclo vaccinale completo. Terapia antibiotica e steroidea sono le terapie più utilizzate su questi pazienti.

"I risultati qui presentati – spiega il report – possono avere due possibili spiegazioni. In primis, i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da Sars-Cov-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. In secundis, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione".

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