I familiari di Maddalena Carta, morta a 38 anni per non trascurare i pazienti: “Faceva orari disumani”

Sognava di fare la dottoressa da quando era bambina Maddalena Carta, la 38enne morta pochi giorni fa dopo aver trascurato alcuni malesseri per non abbandonare i pazienti (ne aveva in carico quasi 1.800 e, a causa dell’assenza di due colleghi, stava seguendo circa 5.000 persone) che avevano bisogno di lei a Dorgali, in Sardegna.
A raccontarlo è la mamma della 38enne, Lina: "Fingeva di auscultare il torace delle sue bambole. A volte la trovavo che scriveva su dei foglietti di carta, le chiedevo cosa stesse facendo e rispondeva che stava preparando le ricette per le medicine dei suoi pazienti".
"Prima era attratta dall’oculistica, poi invece per la specializzazione ha capito che c’era un’emergenza con i medici di base. Ci ha detto che serviva più lì il suo aiuto. E così sarebbe anche riuscita a tornare a casa, perché in provincia di Nuoro c’è una carenza molto forte", ha aggiunto la donna intervistata dal Corriere della Sera.
Lunedì scorso la 38enne aveva chiamato il fratello Gianmaria dal suo studio, chiedendogli di andarla a prendere perché non si sentiva bene. In quell'occasione si era fatta un’iniezione di Plasil e il malessere era passato. Così il giorno successivo era tornata al lavoro ma si era sentita di nuovo poco bene.
Il fratello le aveva suggerito di non andare in ambulatorio di pomeriggio ma lei gli aveva risposto che non poteva abbandonare i pazienti. In serata la situazione era peggiorata. Maddalena Carta era stata portata al Pronto soccorso di Nuoro, dove aveva avuto un primo arresto cardiaco.
Mercoledì era stata trasferita con l’elisoccorso al Brotzu di Cagliari ma già in serata i medici avevano detto ai familiari che non si poteva fare nulla. Giovedì mattina la 38enne era stata dichiarata morta alle 16.30.
"Quando l’ho vista mi è sembrato di trovarmi davanti a un libro già scritto, non mi spaventava più nulla. Ho capito che mia figlia voleva andarsene. – ha raccontato la mamma ricordando quei momenti – Del resto, lei nei suoi 38 anni di vita ha donato amore come altri non riusciranno nemmeno in 150″.
"È stato tutto talmente veloce che nemmeno i bravissimi medici del Brotzu, pieni di umanità, hanno capito cosa l’abbia uccisa. Ovviamente il sovraccarico di lavoro era troppo anche per lei, che lo faceva sempre volentieri", ha aggiunto la donna.
"Non sappiamo con esattezza le cause della morte. – ha spiegato il fratello di Maddalena Carta a La Stampa – Gli organi erano quasi tutti compromessi: fegato, polmoni, cuore. E sebbene mia sorella fosse favorevole alla donazione degli organi, non abbiamo potuto donare niente. Un paradosso".
"Era molto stressata per via del suo lavoro. Mia sorella seguiva tantissime persone, ritornava a casa sempre in piena notte. Quando rientrava alle 23 “attaccavo” un chiodo al muro. La realtà è che rincasava molto più tardi, anche all’una e trenta o alle 2. Faceva orari impressionanti, disumani".
Nella mattinata di ieri, sabato 27 settembre, si sono tenuti i funerali della donna e la sindaca di Dorgali, Angela Testone, ha proclamato il lutto cittadino.
"C’erano tutti: i compaesani, i volontari della Croce Verde e della Croce Azzurra con i quali aveva lavorato, c’erano il coro, tanti preti, la sindaca. La sua bara era avvolta da una nuvola di affetto. – ha raccontato la mamma – Era come se fosse mancata una loro sorella. Ho pensato: figlia mia, tu di amore ne hai dato tanto, ma ne hai anche ricevuto tanto".
"Aveva un sorriso contagioso e una bella parola per tutti. – ha ricordato il fratello – Quando aveva qualche ora libera aiutava me e i genitori, per qualsiasi cosa. Oppure scriveva ricette, pure nel giorno di riposo. Usciva pochissimo perché era devota al suo lavoro, al sacrificio. Sì, la sua era una missione".
E conclude: "Aiutava sempre tutti. E tralasciava vacanze e la sua salute. Ha perso la vita facendo quello che amava".