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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

“Ho fatto cose brutte”, il bigliettino di Sempio e le indagini sull’impronta: “Corrisponde per 15 punti di contatto”

Nel caso del delitto di Garlasco emergono nuovi elementi. Tra questi, l’ombra dei bigliettini trovati nella spazzatura scritti da Andrea Sempio. La difesa dell’indagato: “Ha frequentato ogni angolo della casa della vittima”, ma sull’impronta trovata vicino al cadavere di Chiara Poggi la Procura precisa: “Corrisponde per 15 punti di contatto”.
A cura di Biagio Chiariello
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Andrea Sempio, Chiara Poggi
Andrea Sempio, Chiara Poggi
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Andrea Sempio "ha frequentato ogni angolo della casa, tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e di Marco", inclusi la taverna e le scale in fondo alle quali fu ritrovato il corpo senza vita della 26enne. Proprio lì, sulla parete destra, è stata repertata un’impronta del palmo di una mano, che una nuova consulenza, disposta dalla Procura di Pavia, ha attribuito al 37enne. A spiegare questo elemento è l’avvocata Angela Taccia, che difende proprio Sempio insieme al legale Massimo Lovati, nell’ambito delle nuove indagini a suo carico. Sempio, amico storico di Marco Poggi, è al centro di un nuovo filone d’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Ma il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, con un comunicato appena diffuso, ha specificato che "l'impronta 33 evidenziata mediante l'impiego della ninidrina, è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche", dando così ufficialità a quanto emerso nella giornata di ieri e anticipato da alcuni quotidiani, in merito all'impronta repertata sulle scale che conducono al seminterrato della villetta di Garlasco, dove è stato ritrovato il cadavere di Chiara Poggi. La traccia, precisa il procuratore, è stata analizzata "alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software".

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"Considerate le imprecisioni e le inesattezze riportate dai media in merito all'impronta 33", la procura precisa che "le superfici delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina casa Poggi, sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento e seguite in data 21 agosto 2007 dai RIS di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti.  In data 29 agosto 2007 i RIS di Parma hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale della cantina precedentemente trattate con ninidrina individuando la suddetta impronta 33, che è stata fotografata digitalmente in pari data. In data 5 settembre 2007 una parte dell'impronta 33 priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile. L'ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto. Come emerge dalla relazione di consulenza tecnica n.3306-2007 dei Ris di Parma la restante parte dell'impronta 33, potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici, era stata ritenuta ‘non utile'".

Il bigliettino di Sempio: “Ho fatto cose talmente brutto che nessuno può immaginare”

Nel nuovo filone d’indagine un ruolo chiave è giocato anche da una serie di bigliettini scritti a mano da Andrea Sempio e recuperati dai carabinieri tra i suoi rifiuti. Si tratta di appunti personali, gettati via ma poi acquisiti come possibile materiale probatorio. Alcuni contengono riflessioni inquietanti, capaci di attirare l’attenzione degli investigatori e del Racis di Roma, incaricato di tracciarne un eventuale profilo psicologico. In uno di questi fogli, Sempio annotava: "Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare". Altri biglietti riportano dettagli dei suoi spostamenti proprio nel giorno del delitto, come se cercasse ancora, a distanza di anni, di ricostruire un alibi.

La madre di Andrea Sempio a Fanpage.it: "Mio figlio Non è né qui, né a Voghera"

Nel frattempo la madre dell'indagato ha scelto di non commentare i più recenti sviluppi dell’inchiesta, limitandosi a dichiarare a Fanpage.it di non sapere dove si trovi il figlio: "Non è né qui, né a Voghera", ha detto. C'è anche da dire che anche la stessa Daniela Ferrari ha avuto un malore in caserma, a Milano, proprio durante un interrogatorio in cui si discuteva del famoso scontrino del parcheggio di Vigevano e dell’alibi di Andrea. Il momento critico sarebbe coinciso con la citazione di Antonio B., pompiere e amico di Sempio, che forse la madre incontrò proprio il 13 agosto 2007. Questo dettaglio, ancora non del tutto chiaro, sembrerebbe collegato proprio allo scontrino al centro dell’alibi.

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