“Ho 23 anni e tornare in Sardegna in traghetto fa paura: 11 ore sul ponte tra sconosciuti, ma i voli costano troppo”

"Passare 11 ore sul ponte di una nave tra sconosciuti non è l'opzione più sicura per una ragazza che viaggia sola, è agghiacciante nel 2025, ma purtroppo è così. E prendere una cabina non è tra le opzioni, perché a quel punto costerebbe come l'aereo". A parlare a Fanpage.it è Giorgia, studentessa di 23 anni che da quando ha scelto di fare la magistrale a Torino ogni anno, in concomitanza con le feste di Natale, è costretta a pagare cifre folli per tornare nella sua Sassari.
"Dall’aeroporto di Torino non partono voli per il nord della Sardegna, né Alghero né Olbia, purtroppo è collegato solo con quello di Cagliari con un numero esiguo di tratte settimanali e a prezzi poco ragionevoli. Comprare un biglietto aereo nel periodo per il periodo dal 22 al 27 dicembre costa come un volo per New York, e anche di più se voglio atterrare ad Alghero, perché in questo caso parte solo da Milano Linate".
La denuncia: "Costretta a fare mille giri nel cuore della notte per arrivare in aeroporto"
Come tanti altri sardi che hanno scelto di vivere e lavorare fuori dalla loro regione di origine, anche Giorgia si trova periodicamente a dover affrontare viaggi da incubo in traghetto, o a sostenere i costi proibitivi dell'aereo. Una difficoltà resa ancora più grande dal fatto che non esistono voli diretti tra Torino, dove vive, e Alghero, l'aeroporto più vicino alla sua Sassari: "Nel mio caso devo fare mille giri: parto da Torino in treno, poi prendo un pullman, e solo dopo arrivo a Linate. Il tutto ad orari molto particolari che mi costringono a spostarmi nel cuore della notte per essere in aeroporto per un volo delle 5 del mattino".
"Nel peggiore dei casi, come mi è capitato di fare, vado fino all'aeroporto di Milano per un volo che mi porta ad Alghero, l'aeroporto più vicino a Sassari, e da lì mi sposto con mezzi interni per raggiungere casa. Parliamo di una giornata intera sprecata per spostamenti vari quando basterebbe un volo diretto Torino-Cagliari, ma andrebbe bene anche da Milano se non avesse costi e orari improponibili".
"Sono sarda, ma anche italiana, vorrei le stesse possibilità di spostarmi degli altri"
Dopo la laurea in Lettere conseguita in Sardegna, Giorgia ha scelto di frequentare la magistrale in Scienze storiche a Torino. Una decisione che però le ha comportato parecchi problemi: "Trovo assurdo che un cittadino italiano non possa scegliere liberamente dove studiare o lavorare a causa della difficoltà di ritornare a casa. Io sono una cittadina italiana, dovrei poter scegliere di studiare dove mi pare e avere comunque le stesse possibilità delle mie colleghe. Inoltre, banalmente, in Sardegna non c'era il percorso di studi che volevo seguire io, quindi nel mio caso si è trattato di una scelta obbligata".
La soluzione individuata da Giorgia gli scorsi anni era quella di muoversi in anticipo, potendo organizzarsi tra le lezioni e gli esami, ma non è così da quando ha affiancato all'università anche piccoli lavori per rendersi autonoma: "Gli anni scorsi, facendo comunque dei sacrifici, sono riuscita a organizzarmi per non partire proprio nei giorni in cui i biglietti costano di più. Quest'anno invece non posso partire fuori stagione, magari a novembre, per evitare il caro-prezzi e il risultato che all'11 dicembre non ho ancora prenotato. Non so cosa farò".
Giorgia si sente presa in giro dagli accordi che la sua Regione ha stretto con le compagnie aeree e che permetterebbero ai residenti di acquistare voli a prezzi agevolati: "La continuità territoriale sembra non esistere. Capita anche che la tariffa agevolata costi come quella standard acquistabile da chiunque. Il risultato è che chi vuole tornare a casa come me deve dunque scendere a questi patti: voli carissimi e infinite perdite di tempo tra spostamenti in varie città a prezzi altissimo, oppure rinunciare a passare le festività con la famiglia".
"Traghetto? No, per una ragazze da sola fa paura"
L'alternativa all'aereo è il traghetto, una prospettiva che però non è neanche contemplata da Giorgia, e da tante donne che come lei viaggiano da sole. "In teoria c'è il traghetto, è l'unica opzione che permette di organizzarsi con un po' meno anticipo – ammette Giorgia – ma l'idea è agghiacciante perché per risparmiare dovrei prendere il passaggio ponte: significa dormire accampata nei corridoi in una nave piena di sconosciuti".
Come segnalato a Fanpage.it anche da altre viaggiatrici, la situazione non è mai serena: le persone si ammassano come se fossero in campeggio tra divanetti e corridoi, e anche se spesso le luci restano accese tutta la notte, la sensazione è che regni una totale anarchia.
"È terribile da dire nel 2025, ma per una ragazza sola viaggiare in traghetto tutta la notte non è la scelta più sicura, e prendere la cabina vanificherebbe il risparmio. Intanto, io non so ancora cosa farò quest'anno, né se potrò tornare a casa per Natale. E mi chiedo perché".
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