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Global Sumud Flotilla

Gruppo di 26 italiani della Flotilla sta per lasciare Israele: cosa succede agli altri 15 in stato di fermo

In corso il rimpatrio in Italia di 26 connazionali membri della Global Sumud Flotilla fermati in mare nei giorni scorsi dalle forze armate di Israele. Gli italiani prenderanno un volo della Turkish Airlines che dovrebbe decollare alle 14 circa (le 13 in Italia) diretto a Istanbul. Altri 15 italiani restano in stato di fermo.
A cura di Susanna Picone
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Dopo il ritorno in Italia, ieri, dei quattro parlamentari italiani che hanno partecipato alla missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, sta per rientrare oggi anche un altro gruppo di ventisei persone fermate in mare nei giorni scorsi dalle forze armate israeliane. Ventisei cittadini italiani che lasceranno Israele con un charter.

Ad annunciarlo, questa mattina, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Li abbiamo inseriti in un volo della Turkish per Istanbul. Sono già stati trasferiti nella base aerea di Ramon e partiranno dall'aeroporto di Eilat”, ha comunicato Tajani su X. Questo gruppo di 26 italiani ha accettato di firmare il foglio di via e ha avuto quindi una procedura accelerata per la partenza. In un comunicato la Farnesina fa sapere che, assistito dall'ambasciata a Tel Aviv, il gruppo è stato trasferito dal carcere di Ketziot alla base aerea di Ramon, nei pressi di Eilat. Gli italiani prenderanno un volo speciale della Turkish Airlines che dovrebbe decollare alle 14 circa (le 13 in Italia) diretto a Istanbul. In Turchia, quindi, i connazionali verranno assistiti da un team del Consolato Generale a Istanbul che è pronto anche a fornire documenti di viaggio provvisori a chi ne avesse bisogno.

Ci sono poi altri 15 connazionali che hanno deciso di non firmare il foglio di via e per il momento restano bloccati in Israele. Le autorità israeliane ne disporranno l'espulsione coatta per via giudiziaria nel corso della prossima settimana. "Stanno tutti bene, ieri c’è stata la visita consolare e abbiamo chiesto, anche stamattina, alle autorità israeliane di rispettare tutti i diritti degli italiani che sono lì in stato di fermo, ne rimangono 15. Sono in stato di fermo e quindi in limitazione della libertà però è importante che ci sia anche un trattamento individuale non violento e, ripeto, che siano rispettati tutti i loro diritti quindi gli abbiamo chiesto di migliorare ancora le condizioni”, ha spiegato ancora Tajani. Il ministro ha aggiunto di sperare "di farli rientrare in Italia il prima possibile. Ripeto 26 sono in partenza, quindi speriamo che questa vicenda si chiuda in maniera positiva”.

Non è stato comunicato dal governo, al momento, la lista ufficiale di persone che stanno per tornare in Italia. Tra loro dovrebbe esserci Paolo Romano, consigliere regionale lombardo del Pd. L’assenza di una lista di nomi è stata sottolineata anche dal deputato del Pd Arturo Scotto, che si trovava sulla barca Karma insieme al nostro giornalista Saverio Tommasi: “Non abbiamo ancora la lista dei 26 nomi. Questo è un fatto rilevante e chiediamo che venga resa pubblica perché è un elemento di trasparenza e sicurezza e certezza per i connazionali e le loro famiglie". Il deputato ha lanciato un "appello a rilasciare subito tutti i connazionali detenuti nelle carceri israeliane". "Non parlerò – ha detto ancora – delle condizioni in cui siamo stati, non è utile concentrarsi su questo ma sulla pressione diplomatica che deve essere forte perché ci sia l'immediata liberazione".

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