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Gli staccano un orecchio perché gay: uno degli aggressori è leader Blocco Studentesco (CasaPound)

Uno dei cinque indagati per l’aggressione a un omosessuale avvenuta lo scorso 10 agosto a Santa Cesarea Terme è Bruno Furiosi, responsabile milanese del Blocco Studentesco, organizzazione giovanile di CasaPound Italia. Insieme agli altri Furiosi è accusato di tentato omicidio con l’aggravante dall’avere commesso il fatto agendo con crudeltà.
A cura di Davide Falcioni
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Ridotto in fin di vita perché omosessuale. Vittima dell'aggressione, avvenuta lo scorso 10 agosto a Santa Cesarea Terme (Lecce), un uomo di 43 anni che ha riportato gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche in seguito a un pestaggio subito nel parcheggio di una discoteca. Cinque giovani – quattro turisti milanesi e un salentino – si sarebbero accaniti su di lui con pugni e calci alla testa, arrivando a sollevarlo per il lobo dell'orecchio, staccandoglielo di netto: violenze praticate mentre lo apostrofavano come "frocio di merda". Tutti gli aggressori, stando a quanto emerso finora nel corso delle indagini, sarebbero figli di "buona famiglia" e almeno un paio di loro estremisti di destra.

Quattro dei cinque presunti responsabili del pestaggio, come riporta Gay.it – uno dei siti di riferimento del mondo omosessuale – sono Bruno Furiosi, Stefano D’Angelo, Christian Binelli e Riccardo De Feo. Sono tutti accusati di tentato omicidio con l'aggravante dall'avere commesso il fatto agendo con crudeltà, consistita nel percuotere la vittima e discriminarla in ragione del suo orientamento sessuale. Il più giovane del gruppo è Furiosi, studente dell'Università Cattolica di Milano che lo scorso anno si è candidato con la lista “Sturm und drang – Studenti identitari": l'indagato è responsabile locale del Blocco Studentesco, associazione giovanile di estrema destra legata a CasaPound che si definisce “d’ispirazione neofascista". Lo stesso Furiosi aveva orgogliosamente rivendicato la sua appartenenza all'organizzazione di estrema destra in un'intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2018: "Milano forse è la seconda per importanza, dopo Roma. Ma non sono sicuro, non facciamo le gare", diceva, raccontando il "peso" politico del Blocco.

Anche gli altri membri del "branco" di picchiatori graviterebbero negli ambienti dell'estrema destra milanese e la curva di San Siro, oltre che la tifoseria dell'hockey al Palazzo del Ghiaccio di Milano. I quattro, secondo l'accusa, avrebbero tutti insieme partecipato al pestaggio del 43enne causandogli la frattura all’orbita dell’occhio e alle ossa della tempia, ematomi ed emorragie alla palpebra, ferite all’orecchio e alla mandibola, escoriazioni in varie parti del corpo.

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