Giornata vittime Covid, i carabinieri ricordano i colleghi morti: “Sempre in aiuto di chi ha bisogno”
Il 18 marzo 2020 i mezzi militari percorrevano le strade di Bergamo con a bordo le salme di coloro i quali non avevano trovato nella città natia spazio per una sepoltura: troppi i morti per Covid in quei giorni in cui l'Italia era travolta dalla pandemia pagando il prezzo più alto tra tutti i paesi. Per questo motivo è stata scelta proprio quella data come Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19 per ricordare, ogni anno, le vittime del virus che ad oggi in Italia sono 157.442, tra loro ci sono anche i carabinieri che tra le forze di polizia hanno pagato il prezzo più alto: sono infatti 36 i militari deceduti a causa del Covid da inizio pandemia. Perdite che non hanno messo in discussione l'unità dell'Arma e la presenza degli stessi carabinieri al fianco dei cittadini come spigano fonti ufficiali dell'Arma a Fanpage.it: "Quando ti arruoli sai che il tuo primo obiettivo sarà sempre quello di aiutare gli altri, perché sai che sei la prima risposta che lo Stato può dare al cittadino: se ci sono persone che hanno bisogno di noi le aiutiamo, è come se tu quel pericolo lo mettessi in secondo piano perché hai come obiettivo quello di aiutare gli altri".
Dall'inizio della pandemia le oltre 4.600 stazioni dei carabinieri sono sempre rimaste aperte al pubblico e inoltre gli stessi militari hanno fornito un ulteriore supporto ai cittadini: "Durante i mesi più duri della pandemia abbiamo fatto un protocollo con Poste Italiane per assicurare alle persone che non potevano raggiungere i centri di poter comunque ritirare la pensione – spiegano dall'Arma – spesso nei piccoli paesini abbiamo accompagnato medici e infermieri a casa di chi non poteva raggiungere i centri per vaccinarsi. Nel periodo più buio del lockdown quando le famiglie erano impossibilitate a uscire per andare a fare la spesa i carabinieri spesso hanno portato generi alimenti e beni di prima necessità a chi ne aveva bisogno".
Oggi la situazione è migliorata e nonostante ci sia una percentuale di carabinieri che continua, come tutti, a contagiarsi, i casi sono in calo e quelli riscontrati fanno parte della quotidiana gestione della pandemia come accade nel reso d'Italia: "L'impegno delle forze armate, dell'Arma e dei medici militari è stato un impegno mostrato da subito, quando il Covid non era quello che è diventato poi e quello che è oggi – concludono – dalla pandemia siamo usciti mutati e rafforzati e siamo tutti quanti più uniti e più attenti e un po' in tutta Italia i cittadini hanno percepito la vicinanza dei militari in un momento in cui tutti eravamo esposti al virus". Valori che ha ricordato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19: "Lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere – le parole di Mattarella – costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere".