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Gioco erotico finisce male: 40enne in rianimazione dopo una notte di bondage estremo a Sulmona

Un gioco erotico finito male ha portato un 40enne di Sulmona (L’Aquila) in rianimazione ad Avezzano dopo una notte di bondage con la compagna. L’uomo ha riportato problemi circolatori e respiratori. Ora è ricoverato ma non sarebbe in pericolo di vita.
A cura di Biagio Chiariello
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Quella che doveva essere una serata di intimità e piacere si è trasformata in un incubo per un uomo di circa quarant’anni, di origini straniere e residente a Sulmona. Dopo un rapporto sessuale caratterizzato da pratiche estreme, l’uomo è finito in ospedale in condizioni critiche. Attualmente è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Avezzano, dove i medici stanno monitorando costantemente il suo stato di salute. A riportare la notizia è Il Centro.

Secondo quanto emerso, la coppia avrebbe deciso di sperimentare il bondage, una pratica sessuale che prevede l’immobilizzazione del partner con l’obiettivo di intensificare le sensazioni attraverso il controllo e il rischio. Si tratta di una dinamica consensuale che, se praticata con attenzione, può rappresentare una forma estrema ma sicura di intimità. Tuttavia, qualcosa durante l’incontro dev’essere sfuggito di mano. Forse un errore di valutazione, una legatura eccessiva, o un tempo di costrizione prolungato hanno trasformato il gioco erotico in una situazione potenzialmente drammatica.

Al termine dell’incontro, l’uomo ha cominciato ad avvertire dolori sempre più forti in diverse parti del corpo e un crescente senso di malessere. In particolare, lamentava problemi alla circolazione delle gambe e fastidi diffusi, che l’hanno spinto a rivolgersi al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Dopo i primi accertamenti, i sanitari hanno ritenuto necessario trasferirlo a Avezzano, dove avrebbe potuto ricevere cure più specialistiche e approfondite.

Una volta giunto al presidio ospedaliero marsicano, il quarantenne ha raccontato ai medici cosa fosse successo nelle ore precedenti, rivelando i dettagli della serata e della dinamica che lo aveva condotto in quelle condizioni. L’anamnesi, unita a una sintomatologia respiratoria che stava peggiorando, ha indotto i medici a trasferirlo immediatamente in terapia intensiva.

Fortunatamente, le sue condizioni – pur restando delicate – non sono ritenute tali da mettere a rischio la sua vita. Dovrà però sottoporsi a un ciclo di cure e accertamenti per valutare eventuali danni permanenti, soprattutto a livello neurologico e circolatorio.

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