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Giallo sulla morte del pescatore Francesco Vatano: trovato in mare con segni sul collo, si indaga per omicidio

Si indaga sulla morte di Francesco Vatano, il pescatore di 59 anni trovato morto dopo esser uscito con il peschereccio in provincia di Cosenza. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti.
A cura di Giorgia Venturini
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La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti per far luce su quanto accaduto al pescatore Francesco Vatano, il 59enne trovato morto in mare dopo esser uscito con il peschereccio e con altre persone. In un primo momento si ipotizzò un malore: Vatano si sarebbe sentito male e sarebbe caduto in mare. Una versione che però non ha convinto né la famiglia né gli inquirenti che ora indagano per una morte violenta. La tragedia è avvenuta al largo di Amendolara, provincia di Cosenza, lo scorso 19 giugno.

A sciogliere i primi dubbi sarebbe stata l'autopsia sul cadavere della vittima che avrebbe svelato cose utili: l’esame, effettuato dal professor Biagio Solarino dell’Istituto di medicina legale di Bari, avrebbe evidenziato un segno sul collo ed escluso un malore di qualsiasi genere. Insomma, il decesso non è avvenuto per cause naturali. La Procura di Castrovillari continua a indagare: è bene precisare che gli accertamenti sono contro ignoti, nessuno è iscritto nel registro degli indagati. Ma cosa è successo su quel peschereccio al largo di Amendolara, in provincia di Cosenza?

Tra le ipotesi al vaglio di investigatori e inquirenti, c'è quella che la causa del decesso sia riconducibile a una ostruzione meccanica da soffocamento. O meglio, un pezzo di corda sarebbe finito attorno al collo del pescatore forse durante una manovra sul peschereccio. Sarebbe stato quindi soffocato da una corda rimasta impigliata nell'elica dell'imbarcazione. Insomma, un tragico incidente sul lavoro.

Tra i dubbi anche il fatto che il cadavere sarebbe stato trovato con mani e piedi legati. Stando a quanto riferiscono. fonti di Fanpage.it, sarebbe stato legato dai soccorritori in modo da recuperare il corpo dall'acqua. Le due ipotesi più probabili restano quindi o omicidio o incidente sul lavoro.

Certo è che subito dopo la tragedia è stato sequestrato il peschereccio ormeggiato a Corigliano. Con lui anche tutti i documenti, oggetti personali, certificazioni e materiale a bordo riconducibile all’equipaggio. Come si legge nel decreto di convalida del sequestro, oltre i vari documenti, sono stati sequestrati un cellulare che risulta privo di blocco schermo, un borsello a tracolla con dentro qualche moneta, un accendino e i documenti della vittima. Inoltre dal peschereccio sono stati sequestrati uno spezzone di cima lungo 98 centimetri e uno lungo 145 centimetri. Continuano tutte le indagini del caso.

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