Genova, bestemmia per una contravvenzione: vigile se ne accorge e lo multa con altri 103 euro

Trecento euro. A tanto ammonta la multa comminata a Genova a un trasportatore che ha bestemmiato dopo aver trovato una contravvenzione sul furgone parcheggiato in divieto di sosta nel centro storico. L’uomo era stato infatti sanzionato per l’infrazione al codice della Strada, e in seguito anche per la frase offensiva rivolta “al cielo”. Dopo la vicenda del bancario multato per aver pranzato seduto sui gradini di un monumento – sempre nel centro storico – un’altra multa sta suscitando sui social vivaci polemiche e una accesa discussione tra favorevoli e contrari: i primi ritengono che la bestemmia vada punita, mentre i secondo sono convinti che da parte del pubblico ufficiale vi sia stato un eccesso di zelo.
Il trasportatore – che doveva effettuare delle consegne urgenti nel centro storico genovese – aveva lasciato il furgone parcheggiato in una zona dove non è consentita la sosta. Pochi istanti dopo un agente della polizia locale si è accorto dell'infrazione ed ha vergato un verbale. Alla vista della multa, però, il trasportatore ha pronunciato una frase contenente una bestemmia e a quel punto l’agente, anziché soprassedere, ha aggiunto alla precedente contravvenzione anche una multa da oltre 100 euro per la frase ingiuriosa. La multa è stata emessa ai sensi dell'articolo 724 del Codice Penale, secondo il quale "chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità [o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309". Il lavoratore dovrà quindi pagare una somma complessiva di oltre 300 euro e la notizia, diffusa sui social, ha riacceso la discussione sul controllo del territorio genovese degli ultimi mesi.