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Genova, gli autisti dei bus aggrediscono il sindaco: “No alla svendita di Amt”

Da due giorni gli autisti degli autobus dell’Amt, società dei trasporti pubblici genovesi, scioperano contro la possibile privatizzazione. Ieri irruzione nel consiglio comunale e aggressione del sindaco (che se ne è andato scortato).
A cura di D. F.
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Nella giornata di ieri gli autisti dell'azienda di trasporti pubblici AMT hanno scioperato bloccando la città, poi centinaia di loro si sono recati a Palazzo Tursi – sede del Municipio -, hanno aperto di forza le porte di ingresso e invaso la'ula dove si stava svolgendo il consiglio comunale, chiedendo a gran voce le dimissioni del sindaco Marco Doria e cercando anche di aggredirlo fisicamente. Il primo cittadino è stato costretto ad allontanarsi scortato, commentando successivamente: "Gravissimo – è il commento di Doria – non per quanto successo a me, ma perché il consiglio è stato interrotto, una violazione della democrazia. Capisco la preoccupazione per il futuro ma è inaccettabile, come lo sciopero selvaggio". L’aggressione, spiega Doria, "non mi ha turbato ma sono preoccupato per la democrazia in questa città".

Ma quali sono le ragioni dello sciopero, che sta proseguendo anche oggi? Il proposito dell'amministrazione di privatizzare la ditta dei trasporti pubblici: un'idea mai espressa con chiarezza, ma più volte ventilata allo scopo di ripianare i deficit di bilancio. Una proposta, però, che ha fatto storcere il naso a non pochi dirigenti locali del PD: non a Simone Farello, capogruppo del partito, che dopo essersi espresso a favore di una parziale privatizzazione è stato minacciato e ora viene scortato dalla polizia municipale: "Non intendiamo svendere ai privati e lavarcene le mani, nostro compito è tenere in piedi il sistema dei servizi ai cittadini – dice il sindaco – ma se non concordiamo con i sindacati un piano dovremo portare i libri di Amt in Tribunale. È il fallimento". L’azienda ha infatti debiti per 10 milioni di euro e un capitale sociale di 8 milioni, il Comune non è in grado di ricapitalizzare.

Dall'altra parte della barricata ci sono i sindacati: "I lavoratori – dicono dalla Cisal alla Cgil – hanno già pagato accettando i contratti di solidarietà e facendo sacrifici da anni. Adesso Comune e Regione facciano la loro parte. Doria è il sindaco dei “non so”, non ha mai detto una parola chiara". Il primo cittadino, però, in una riunione in prefettura ieri sera ha messo sul tavolo il rischio del fallimento. "Siamo disponibili – ha detto il sindaco – a discutere di patrimonializzazione ma con l’obiettivo di mettere i conti in equilibrio, non possiamo promettere immobili solo per tappare buchi. E appena si riunirà il consiglio voteremo la delibera che c’è stato impedito di discutere".

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