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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, l’ex procuratore Mario Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari: i motivi e cosa rischia

L’intervista di Fanpage.it all’avvocato penalista Daniele Bocciolini che ha spiegato cosa si intende per corruzione in atti giudiziari, reato di cui è accusato l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, nell’ambito delle indagini sul delitto di Garlasco: “La pena prevista in astratto è molto alta, va da 6 a 12 anni di reclusione. Al momento si tratta di un’indagine in fase embrionale, e vige il segreto investigativo”.
A cura di Ida Artiaco
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L'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, è stato iscritto oggi nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione in atti giudiziari: è questa l'ultima svolta nelle indagini sul delitto di Garlasco, in cui morì Chiara Poggi il 13 agosto di 18 anni fa. Il motivo? Nel 2017 Venditti, che oggi è in pensione, avrebbe ricevuto secondo chi indaga una somma di denaro per non indagare e poi chiedere l'archiviazione, come avvenne, su Andrea Sempio, indicato all'epoca in un esposto dei legali di Alberto Stasi come possibile autore alternativo dell'omicidio.

È questa l'ipotesi della procura di Brescia. Secondo le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Guardia di finanza di Pavia la somma promessa o data dalla famiglia di Sempio al procuratore sarebbe tra i 20 e i 30 mila. Una deduzione che si basa su un appunto a mano, sequestrato durante la perquisizione dello scorso 14 maggio, che avrebbe scritto Giuseppe Sempio, padre di Andrea, in cui sono riportate le parole "Venditti", "gip archivia" e "20-30" con il simbolo dell'euro.

Ma cosa significa questo provvedimento? E cosa rischierebbe Venditti se fosse condannato in un eventuale processo? Lo abbiamo chiesto a Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma.

Avvocato Daniele Bocciolini
Avvocato Daniele Bocciolini

Cosa si intende per reato in corruzione degli atti giudiziari di cui è accusato l’ex Procuratore di Pavia, Venditti?

"La corruzione in atti giudiziari è un reato previsto all’art. 319 ter del codice penale che punisce l’atto corruttivo quando questo è commesso per favorire o danneggiare una parte in un processo. Come è noto, la corruzione è il reato consistente nel particolare accordo tra un funzionario pubblico e un soggetto privato, mediante il quale il funzionario accetta dal privato, per un atto relativo alle proprie attribuzioni, un compenso che non gli è dovuto. Si punisce proprio questo “contratto illecito” tra il privato e il pubblico ufficiale (o incaricato di pubblico servizio) finalizzato ad ottenere un risultato che altrimenti non sarebbe stato ottenuto. La condotta penalmente rilevante è costituita dal pubblico funzionario che riceve denaro a altra utilità o ne accetta la promessa per l'esercizio delle sue funzioni o dei poteri e quella speculare del privato di dare o promettere denaro o altra utilità. Il bene giuridico tutelato è da rinvenire nell’interesse della Pubblica Amministrazione all’imparzialità, correttezza e probità dei funzionari pubblici, ed in particolare, che gli atti di ufficio non siano oggetto di mercimonio o di compravendita privata".

Perché Venditti è stato iscritto per questo reato nel registro degli indagati?

"Al momento si tratta di un’indagine in fase embrionale, e vige il segreto investigativo. Sembrerebbe che questa vicenda sia nata da un appunto rinvenuto nel mese di maggio in casa Sempio nel quale si sarebbe fatto riferimento al provvedimento di archiviazione e ad una somma di denaro. "Venditti / gip archivia X 20-30 euro". Avrebbero destato alcuni sospetti anche alcune intercettazioni dell’epoca (del 2017). Sono, pertanto, in corso accertamenti patrimoniali sui conti correnti e perquisizioni al fine di valutare la fondatezza di questa ipotesi accusatoria".

Cosa rischia Venditti in caso si andasse a processo?

"La pena prevista in astratto per il reato di corruzione in atti giudiziari è molto alta, va da 6 a 12 anni di reclusione. Sono previste poi circostanze aggravanti. Le pene possono essere aumentate fino a 20 anni, se dal fatto consistito nel favorire una parte in un processo, sia derivata una condanna ingiusta. La stessa pena è applicata sia al corrotto che al corruttore ovvero a chi chi dà o promette al pubblico ufficiale o all’incaricato di pubblico servizio denaro o altra utilità".

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