Garlasco, il papà di Alberto Stasi fu intercettato: “Il sangue lo ha evitato. Il problema è che non c’è l’alibi”

"Alberto il sangue lo ha evitato, è normale. Il problema è che non ha un alibi" è quanto spiegava a un parente al telefono il papà di Alberto Stasi nei giorni che seguirono il delitto di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, per il quale il giovane all'epoca era indagato e per il quale poi verrà processato e condannato in via definitiva. La conversazione di Nicola Stasi, poi morto il 25 dicembre 2013, era stata intercetta dagli inquirenti che in quei giorni tenevano sotto controllo le utenze della famiglia ed è finita agli atti dell'inchiesta.
Il dialogo mandato in onda durante la trasmissione "Quarto Grado", nella puntata di venerdì 25 luglio, si concentra proprio sui due punti chiave del'inchiesta: la mancanza di un alibi certo per Alberto Stasi e la stranezza delle scarpe pulite, nonostante l'ingresso nella villetta del delitto di Garlasco piena di sangue. Interpellato dall'interlocutore su quanto stava accadendo in quel periodo e su quanto si leggeva sui giornali dell'epoca, il papà di Stasi sembra contrariato da quelle che definisce "tante stupidate che scrivono".
Entrando nel dettaglio delle contestazioni al figlio, che per primo lanciò l'allarme dopo essere entrato in casa Poggi, Nicola Stasi nella conversazione spiega: "Il problema è la scarpa. Loro dicono: con tutto il sangue che c'era non si è neanche sporcato le scarpe. Però ieri ci ha fatto vedere Alberto com'era, c'è un corridoio di circa 8-9 metri. Lui a metà ha fatto due passi, ha guardato a destra e sinistra non c'era nessuno, ha guardato avanti nel corridoio a sinistra c'era già una striscia di sangue. Chiaramente se n'è stato a destra e ha guardato avanti. L'ha evitata, ma è spontaneo che uno non è che… anche nell'acqua non ci metti dentro i piedi".
Quando il parente al telefono chiede se la suola trovata sulla scena del crimine sia della scarpa di Stasi, il padre di Alberto replica: "Non si sa, non si sa, non si sa neanche se uomo o donna. Non si capisce. Ieri sui giornali c'era scritto che possono essere in due ad averlo fatto, ne scrivono tante di stupidate, cosa vuoi. Ho letto solo un giornale ieri, ne ho lette tre di stupidate. Una che noi siamo amici della famiglia Cappa, mai, mai visti, mai conosciuti, non li conosco neanche. Poi una che diceva che c'era una storia tra la ragazza e Alberto".
Infine il nodo dolente dell'alibi di Stasi, più volte al centro poi del processo anche a causa della modifica della datazione della morte di Chiara Poggi. "L'altra sera la mamma di Chiara ha chiamato Alberto e gli ha dato la buonanotte. Lei in caserma gli ha detto: lo so Alberto che non sei stato tu. Il problema è che non c'è un alibi. Perché lui si è alzato, ha acceso il computer alle 10, la ragazza purtroppo è morta dalle 9 alle 11:30. E non c'è nessuno che lo conferma".