Frutti di bosco surgelati possibile causa di epatite A, indaga la procura di Torino

A seguito del boom di casi di epatite A nel corso del 2013 in Italia e la correlazione in almeno un caso su tre tra insorgere della malattia e l'aver mangiato frutti di bosco surgelati, la procura di Torino ha avviato un'indagine sul caso per chiarire un eventuale nesso tra le due circostanze. Le indagini prendono il via dopo i risultati degli studi analitici ordinati dalle Regioni per meglio indagare i possibili fattori di rischio implicati nella diffusione della malattia avviati a loro volta dopo l’allerta inviata dal Ministero della Salute agli Assessorati alla sanità delle Regioni dopo le indicazioni fornite dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, in quanto il problema era già stato registrato in alcuni Paesi del Nord Europa. Lo studio in particolare ha messo in evidenza una forte correlazione tra la malattia e il consumo di frutti di bosco surgelati visto che in 4 lotti di prodotti differenti è stata identificata la contaminazione da virus dell'epatite A e che delle 382 segnalazioni di casi di epatite A arrivate da maggio il 35% riferisce di aver consumato frutti di bosco surgelati.

La procura indaga – Inoltre le analisi hanno permesso di confrontare i virus individuati negli alimenti e quelli nei pazienti e si è scoperto che su 106 casi analizzati 49 presentavano la stessa sequenza virale ottenuta da un campione di frutti di bosco positivo al rilevamento del virus dell'epatite. All'origine del problema ci sarebbe l'acqua usata in fase di lavorazione, non potabile. La Procura di Torino comunque ora sta campionando le confezioni di frutti di bosco congelati considerati come possibili responsabili dell'epidemia di Epatite, e il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha già incaricato un consulente che sta svolgendo le analisi sui prodotti.