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Fratelli ultrà della Lazio arrestati a Cortina, volevano appalti per Olimpiadi: “Noi boss della mala romana”

I due fratelli arrestati dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP di Venezia su richiesta della direzione Distrettuale Antimafia. I due devono rispondere, tra gli altri reati, di estorsione e rapina aggravate dal metodo mafioso.
A cura di Antonio Palma
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"Noi boss della mala romana" così si presentavano a Cortina i due fratelli romani Leopoldo e Alvise Cobianchi, arrestati oggi dai carabinieri su disposizione del Gip di Venezia che ha emesso nei loro confronti un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta della dda. Secondo l'accusa, i due fratelli, che facevano parte del gruppo ultras della Lazio degli "irriducibili", si sarebbero infiltrati nel tessuto economico e sociale della città veneta e con atteggiamenti in stile mafioso e avrebbero imposto un vasto giro di spaccio di droga ma anche eventi ai locali del posto, arrivando infine anche a tentare una infiltrazione negli appalti per le Olimpiadi invernali.

Secondo l'inchiesta, nata lo scorso anno come sviluppo di un'altra indagine della procura di Belluno su un giro di stupefacenti in zona, i due fratelli avrebbero imposto con violenza un vasto giro di spaccio, arrivando fino a minacciare anche titolari di ristoranti, discoteche e locali per imporre propri eventi ma anche ingaggio di PR, dj e buttafuori attraverso una società di schermatura con sede a Roma. Quest'ultima era amministrata da un terzo soggetto, anche lui destinatario di una misura di custodia cautelare dell'obbligo di dimora a Roma.

I due fratelli sono accusati, tra gli altri reati, di estorsione e rapina aggravate dal metodo mafioso. Secondo l'accusa, gli indagati hanno messo in atto "una condotta sistematica di spaccio di droga a Cortina avvalendosi di comportamenti evocativi della forza intimidatrice propria delle organizzazioni criminali di stampo mafioso". In particolare i due si sarebbero presentati come esponenti della criminalità romana cercando  di incutere timore negli interlocutori sfruttando la loro militanza e la conoscenza con uomini di spicco come il capo ultras Fabrizio Piscitelli, meglio noto come "Diabolik", ucciso in un agguato nell'agosto del 2019.

Per il gip, Leopoldo Capobianchi aveva un "ruolo direttivo anche nei confronti di suo fratello e dell'altro indagato" e per questo per lui è scattato il carcere, "trattandosi oltretutto di soggetto già sottoposto a sorveglianza speciale cessata nel 2021 senza che tale misura abbia sortito la benché minima deterrenza a commettere illeciti, essendo gli illeciti oggi contestati tutti successivi". Per il fratello, invece, solo arresti domiciliari, "trattandosi comunque di soggetto che ha già violato il Foglio di Via a suo carico".

L'ultima impresa per salire di livello sarebbe stato un tentativo di infiltrarsi negli appalti per le olimpiadi di Cortina. In particolare, attraverso un aggancio, i due fratelli avrebbero contattato un assessore di Cortina al quale gli avrebbero proposto un sostegno nelle elezioni locali del 2022 in cambio di assegnazioni nei lavori pubblici per le Olimpiadi. Una richiesta che però non è andata a buon fine visto che il politico non ha fatto seguito alle richieste ricevendo anche dei messaggi minatori.

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