Foto su siti porno, finti funerali e casa in vendita, donna perseguita la rivale per oltre un anno: “Incubo”

Sue foto rubate dai social e pubblicate sui siti porno con tanto di numero di telefono, ma anche finti funerali a suo nome e annunci di vendita della sua casa di cui lei non sapeva nulla. È il vero e proprio incubo vissuto per oltre un anno da una libera professionista della provincia di Bologna presa di mira da una sua rivale con una vera e propria sequenza di atti persecutori che infine hanno portato all'arresto della donna per cyberstalking.
Secondo quanto ricostruito dai poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Bologna, l’indagata si è resa protagonista di una escalation di atti vessatori che nel corso dei mesi ha portato la vittima a dover cambiare le proprie abitudini di vita e professionali e a vivere in uno stato di perenne ansia e paura. Tra gli episodi contestati all’arrestata l’aver creato falsi profili sui social e su siti pornografici, utilizzando fotografie e dati personali della vittima, ma anche aver pubblicato messaggi diffamatori sui social per colpire la sua professionalità lavorativa.
Gli annunci hot erano corredati dai numeri di telefono della vittima, che di conseguenza è stata bersagliata da telefonate e messaggi a sfondo sessuale da parte di sconosciuti, mentre sui social il telefono della professionista bolognese veniva segnalato come “truffaldino”, con considerevole danno d’immagine e conseguente grave danno economico per lei.
Le indagini della Polizia Postale, condotte attraverso analisi digitali e tecniche di tracciamento informatico, inoltre hanno scoperto che la stessa indagata era dietro anche a falsi annunci immobiliari di vendita della casa della vittima e addirittura ad alcuni funerali organizzati in nome della vittima e di persone a lei vicine, contattando agenzie funebri della zona.
Condotte che hanno portato la Procura e giudici a disporre per lei misure cautelari restrittive, tra cui il divieto di avvicinamento, con applicazione del braccialetto elettronico, e il divieto di comunicazione con la persona offesa. Misure che però la donna non ha rispettato continuando a tormentare la vittima, che era ormai in uno stato ansia e paura perenne. Per questo alla fine per lei sono scattate le manette dei poliziotti.