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Fegato “esploso” dopo incidente sul lavoro: agricoltore salvato da trapianto d’organo a Torino

A salvare l’uomo un trapianto d’urgenza portato a termine dopo ben quattro operazioni, in un percorso definito dalla stessa Città della Salute come “ai limiti dell’impossibile”.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio.
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Un incidente sul lavoro dall'esito quasi fatale seguito da un fortunato trapianto di organo. È la storia di un agricoltore 55enne della provincia di Cuneo, il cui fegato è stato letteralmente devastato in un grave infortuno professionale ma che oggi è vivo grazie a un intervento chirurgico eseguito all’ospedale Molinette di Torino. A salvarlo, un trapianto d’urgenza portato a termine dopo ben quattro operazioni, in un percorso definito dalla stessa Città della Salute come "ai limiti dell’impossibile".

L’incidente risale ad alcune settimane fa, quando l’uomo, intento a lavorare all’interno di un silos nella sua azienda agricola, è rimasto schiacciato contro il braccio di una pala meccanica, riportando un trauma devastante all’addome superiore destro. Il paziente è stato trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale di Cuneo, dove i medici hanno dovuto affrontare un’imponente lacerazione del fegato. Nonostante due primi interventi chirurgici e una procedura di "packing" – una tecnica di contenimento dell’emorragia – l’organo ha ripreso a sanguinare dopo undici giorni, peggiorando drasticamente le sue condizioni.

A nulla sono serviti altri due interventi: il fegato era ormai compromesso e l’uomo in preda a una grave insufficienza epatica. L’unica speranza rimasta era un trapianto. È così che è stata attivata l’emergenza nazionale e il nome del paziente è stato inserito nella lista di super urgenza.

La risposta è arrivata nel giro di poche ore: il Centro nazionale trapianti ha segnalato la disponibilità di un fegato compatibile proveniente da un’altra regione italiana. A sole 18 ore dall'inserimento in lista, il 55enne è stato trasferito al Centro trapianti di fegato delle Molinette di Torino, dove l’équipe guidata dal professor Renato Romagnoli, in collaborazione con l’epatologa Silvia Martini, ha eseguito l’intervento salvavita.

Il percorso chirurgico si è articolato in quattro tappe: la prima operazione ha visto la sostituzione del fegato, seguita da ulteriori tre interventi che hanno completato il complesso processo di stabilizzazione e recupero.

Oggi, a tre settimane dal trapianto, l’agricoltore è stato trasferito nell’area semintensiva del centro torinese. “Si trova in piena ripresa”, fanno sapere dalla Città della Salute. Un risultato che segna un trionfo della medicina e della rete nazionale dei trapianti, ma soprattutto restituisce speranza e futuro a un uomo la cui vita sembrava appesa a un filo.

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