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Falso Prosciutto di Parma e insaccati di dubbia provenienza, Nas sequestrano 50mila euro di merce

I controlli dei carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare, che hanno riguardato diversi salumifici e prosciuttifici tra Emilia e Toscana, hanno riscontrato la mancanza di indicazione della provenienza della carne suina ma anche la non conformità dell’etichettatura della carne lavorata.
A cura di Antonio Palma
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Comune prosciutto crudo venduto come Prosciutto di Parma DOP, falsi salami alla cacciatora ma anche pancette e cotechini prodotti con carne suina di dubbia provenienza, è quanto scoperto dai carabinieri del Nas in diverse aziende del settore nell'ambito dei controlli sulla filiera zootecnica e la sicurezza alimentare che ha portato negli ultimi giorni a ingenti sequestri di merce per un valore totale di oltre 50mila euro. Tra le irregolarità riscontrate dai carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare la mancanza di indicazione della provenienza della carne suina ma anche la non conformità dell'etichettatura della carne lavorata. I controlli, che hanno riguardato diversi salumifici e prosciuttifici tra Emilia e Toscana, infatti hanno avuto anche l'obiettivo di assicurare la corretta condotta in tema di pratiche commerciali da parte delle ditte produttrici di salumi.

I sequestri di carni e salumi a Ferrara dove stati sequestrati 333 kg di "Salsiccia Napoli piccante", pronta per la commercializzazione e migliaia di etichette irregolari, mentre a Modena il sequestro è scattato su 1.200 confezioni di "Cotechino cotto", su 132 confezioni di pasta ripiena "Cappello del prete cotto", e su 2.784 confezioni di salumi vari  tra salami, pancette, fiocchi, culate prosciutto e ciccioli. Inoltre, sono state sequestrate 15 mila etichette evocanti il "Prosciutto di Modena DOP" e 93 kg di coppa di testa di Modena e Coppa di testa Bologna. Irregolarità sono emerse anche a Piacenza, dove sono stati sequestrati 285 kg di carne suina lavorata.

Grave quanto constatato dai militari dell'arma in un prosciuttificio di Parma dove c'erano dei tranci di prosciutto crudo generico sottovuoto, commercializzati come "Prosciutto di Parma DOP" anche se privo del contrassegno distintivo a fuoco e che la ditta vendeva per  la produzione di pasta ripiena. Per questo tre persone sono state denunciate per frode in commercio e contraffazione di denominazione di origine di prodotti agroalimentari. Nel mirino dei carabinieri è finita anche un'azienda di Pisa che sul sito web pubblicizzava del salame "cacciatore" evocando i "Salami italiani alla cacciatora DOP".

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