Fallisce l’agenzia che aveva lasciato libertà di orario ai dipendenti: lavoratori senza stipendio

Balzata agli onori della cronaca per le sue politiche aziendali innovative come la decisione di rimuovere gli orari di lavoro standard per puntare sulla flessibilità massima dei lavoratori e per una attenzione alla felicità in ufficio con videogame, palestra e un'area dedicata alla ricreazione, la ex Velvet Media Italia purtroppo ha dovuto dichiarare fallimento e affidarsi a un curatore fallimentare dopo la decisione del tribunale che ha valutato in oltre 7 milioni di euro i debiti accumulati in questi anni, di cui almeno 5,5 con il Fisco.
La situazione dell’azienda è emersa alcuni mesi fa dopo che alcuni lavoratori si erano rivolti alla Cgil denunciando il mancato pagamento di alcuni stipendi e delle spettanze relative a Tfr ed altri emolumenti. Era partita una trattativa tra sindacati e gruppo. L’azienda di comunicazione e marketing aveva rassicurato sulla solidità del gruppo ma alla prova dei fatti purtroppo la fragilità economica, nonostante il successo, si è rivelata in tutta la sua drammaticità ad aprile, quando sotto il peso delle richieste economiche di fornitori e dipendenti, l’azienda ha dovuto chiudere i battenti con sentenza in cui si è dichiara la liquidazione giudiziale.
La successiva udienza per valutare l’ammontare del debito, avvenuta la scorsa settimana, ha fatto emergere un debito molto pesante. “L’udienza dell’11 luglio ha dimostrato una forte situazione debitoria di questa azienda che aveva proclamato di aver abbattuto gli orari di lavoro” ha dichiarato segretario generale Filcams Cgil di Treviso, Alberto Irone, che seguire alcuni dei 150 lavoratori dell’azienda.
“Le gravi problematiche sul tema dei lavoratori venute alla luce ci insegnano che i piani industriali e la tenuta delle attività di questi colossi del terzo settore sono più importanti del marketing” ha aggiunto il sindacalista che spera che i lavoratori riescano ora a recuperare quanto spetta loro per legge durante la procedura di recupero. La procedura intanto andrà avanti con una nuova udienza in cui si dovranno verificare i crediti effettivamente vantati dalla società.