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Esposte come opere di Dalì, sarebbero false: sequestrati 21 disegni e oggetti a Parma, valgono oltre 100mila euro

I Carabinieri del nucleo di Tutela del patrimonio culturale di Roma hanno sequestrato, nella mattina di mercoledì 1 ottobre, 21 opere tra disegni e piccoli oggetti esposte alla mostra “Dalì tra arte e mito” di Parma. A segnalare il proprio dubbio era stata la Fondazione Gala – Salvador Dalì, quando le opere erano ancora esposte a Roma qualche mesi fa.
A cura di Bianca Caramelli
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Ventuno opere d'arte attribuite a Salvador Dalì sono state sequestrate a Parma dai Carabinieri del nucleo di Tutela di patrimonio culturale (TPC) di Roma. Si ritiene infatti che siano false. Si tratta di disegni, litografie e piccoli oggetti. Come riferito dalle autorità a Fanpage.it il loro valore si aggirerebbe tra i 100 e i 200mila euro.

Le opere erano esposte alla mostra "Dalì tra arte e mito", inaugurata a Parma sabato 26 settembre e ora chiusa per via delle indagini.

Nella mattina di mercoledì 1 ottobre, infatti, i carabinieri si sono recati al Palazzo Tarasconi, che ospitava l'esposizione, per eseguire il sequestro su ordine della Procura di Roma.

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Ma i sospetti riguardo all'autenticità delle opere erano nati già in precedenza. La mostra in questione, infatti, è stata esposta al Museo Storico della Fanteria di Roma nel periodo dal 25 gennaio al 27 luglio.

Come riferito a Fanpage.it da fonti inquirenti, durante un ordinario controllo di routine, che viene eseguito su ogni mostra, i Carabinieri del nucleo TPC nella Capitale avevano notato che la mostra fosse un po' "povera".

Ma soprattutto gli uomini dell'Arma erano poi venuti a conoscenza del fatto che l'esposizione non aveva avuto alcun contatto con la Fondazione Gala – Salvador Dalì, che si occupa della diffusione e della promozione dell'arte del pittore.

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I Carabinieri hanno così mandato delle foto di tutto ciò che era esposto a Roma alla Fondazione Gala. Quest'ultima ha poi effettuato dei controlli  confermando che si trattava di "profili dubbi".

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A luglio la mostra ha lasciato Roma per poi essere riaperta a Parma lo scorso sabato. Qui è stato effettuato il sequestro, a seguito dell'indagine nata dalla segnalazione ufficiale della Fondazione Gala.

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