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Enna, condannati per associazione mafiosa col reddito di cittadinanza: truffa da 70mila euro

A Enna la Guardia di Finanza ha scoperto persone condannate per associazione mafiosa che beneficiavano del reddito di cittadinanza. Sono stati denunciati 5 appartenenti alla criminalità organizzata e sono stati segnalati all’Inps per la revoca dei benefici ottenuti e il recupero delle somme già erogate, circa 70 mila euro.
A cura di Susanna Picone
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Avevano delle condanne per associazione mafiosa e intanto beneficiavano anche del reddito di cittadinanza. Li hanno scoperti i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Enna, che hanno vagliato le posizioni di numerosi condannati con sentenze passate in giudicato per reati di mafia. Nel corso delle indagini è stato accertato che parte dei beneficiari o dei componenti del nucleo familiare, riconosciuti quali affiliati alle cosche criminali, risultavano avere richiesto e ottenuto il sussidio di cittadinanza in assenza dei requisiti previsti; altri hanno omesso di fornire informazioni utili per la determinazione dell'ammontare del beneficio. Al termine degli accertamenti si è proceduto  alla denuncia di 5 appartenenti alla criminalità organizzata, originari della provincia, alla procura di Enna, nonché alla contestuale segnalazione all'Inps per la revoca dei benefici ottenuti e il conseguente recupero delle somme già erogate. Si parla complessivamente di circa 70.000 euro.

L'inchiesta segue il recente blitz "Inside" – L’inchiesta, denominata "Brick", segue il recente blitz "Inside" che ha individuato numerosi imprenditori agricoli che in assenza dei requisiti beneficiavano del sussidio. Si dichiaravano indigenti, mentre percepivano contributi comunitari previsti per gli imprenditori agricoli per decine di migliaia di euro, ottenendo così il reddito di cittadinanza. La Guardia di finanza di Enna ha setacciato le posizioni di 7.600 beneficiari di contributi dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. I finanzieri hanno individuato le posizioni irregolari di 36 imprenditori della provincia, già percettori di contributi comunitari erogati dalla Pac, la Politica agricola comune, i quali non dichiaravano di incassare tali fondi allo scopo di accedere al reddito di cittadinanza, fino a importi pari a 1.200 euro mensili. Sono state subito avviate le operazioni per la revoca e la decadenza del beneficio e per il recupero di oltre 200.000 euro.

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