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Elia Del Grande evaso, un video ha ripreso la fuga del killer della strage dei fornai: ricerche ancora in corso

Continuano le ricerche di Elia Del Grande, il cosiddetto killer della strage dei fornai evaso nelle scorse ore da una comunità a Castelfranco Emilia: ci sarebbe un video risalente a giovedì scorso che mostra l’uomo legare una corda al palo della telecamera, calarsi e poi andarsene.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano le ricerche di Elia Del Grande, il cosiddetto killer della strage dei fornai evaso nelle scorse ore da una comunità nel Modenese, a Castelfranco, dove era arrivato qualche settimana fa dopo aver scontato 25 dei 30 anni di carcere a cui è stato condannato.

Secondo quanto riporta l'edizione locale de Il resto del Carlino, ci sarebbe un video che riprende la fuga di del Grande dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia. Le immagini risalirebbero al tardo pomeriggio di giovedì e mostrano l'uomo legare una corda al palo della telecamera, calarsi e poi andarsene. "È riuscito a calarsi dal muro di cinta con una rudimentale fune, ricavata dall'unione di diversi fili elettrici", fa sapere il Sappe che ha anche denunciato "la scarsa sicurezza della struttura, dove convivono 45 internati e 40 detenuti".

Le ricerche vanno avanti con un'attenzione particolare su Emilia, Lombardia e Sardegna, ma senza assolutamente escludere altre destinazioni in Italia o all'estero. I sospetti di chi indaga si concentrerebbero anche sulla compagna di Del Grande che era andato a trovarlo pochi giorni fa e che già nel 2015 lo aveva aiutato a progettare la fuga, poi sfumata, dal carcere di Pavia.

Del Grande fu autore di quella che divenne nota come la strage dei fornai: all'epoca 22enne, uccise padre, madre e fratello a Cadrezzate, nel Varesotto. Il 7 gennaio 1998, dopo aver assunto cocaina, come ricostruito, uccise il padre Enea, 58 anni, la madre Alida, 53, e il fratello Enrico, 27, in casa a colpi di fucile. La famiglia era molto conosciuta in zona poiché titolare di una nota impresa di panificazione. Il triplice omicidio fu ricondotto a contrasti familiari legati alla sua frequentazione con una ragazza di Santo Domingo, dove la famiglia aveva delle proprietà e dove il giovane era stato mandato per un periodo per tenerlo lontano dai guai. Dopo la strage fuggì in Svizzera, ma venne presto fermato. Confessò subito il delitto e ha scontato in carcere 25 dei 30 anni ai quali era stato condannato in Appello dopo che in primo grado prese l'ergastolo e dopo il riconoscimento della semi-infermità mentale. Ultimamente era stata decisa per lui la misura del collocamento nella casa-lavoro del Modenese, dove si trovava da settembre. Avrebbe dovuto trascorrere sei mesi nella struttura fino ad una nuova valutazione.

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