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Omicidio Sara Campanella

Due mesi fa l’omicidio di Sara Campanella, il cugino: “Mi ha insegnato che la sensibilità è intelligenza”

Due mesi fa Sara Campanella, studentessa 22enne iscritta all’Università di Messina, veniva uccisa dal compagno di corso Stefano Argentino. Il cugino la ricorda a Fanpage.it: “Mi ha insegnato che la sensibilità è una forma di intelligenza”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sara Campanella, 22 anni.
Sara Campanella, 22 anni.
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Il 31 marzo 2025 Sara Campanella, studentessa 22enne prossima alla laurea e iscritta all'Università di Messina, veniva uccisa dal compagno di corso Stefano Argentino che da tempo la perseguitava. Oggi, sabato 31 maggio, sono trascorsi due mesi dal femminicidio che ha scosso la Sicilia e l'intera famiglia Campanella. In queste settimane i familiari si sono presi cura delle loro ferite, assistendosi l'un l'altro. "È un dolore che non si può descrivere, qualcosa di straziante – spiega a Fanpage.it il cugino di Sara, Giampiero Campanella, che ha voluto ricordare la 22enne con una lettera -. È come se la vita si fosse fermata il 31 marzo. Sembra di essere entrati in un mondo parallelo fatto di mostri e di incubi continui".

Nella lettera che Giampiero ha voluto inoltrare a Fanpage.it, Sara viene paragonata a "una cometa che illumina l'universo". "Sara aveva così tanti sogni – racconta il cugino della 22enne – che sembra irreale quello che è successo. Amava i colori, la vita, gli animali. Voleva laurearsi, andare in America e viaggiare. Impossibile credere che tutto questo sia finito così. Amava così tanto questo mondo che, come scrivo nella righe che ho messo insieme per ricordarla, sembra che adesso sia rimasta nel fruscio del vento, nell'immensità del mare e nella natura infinita delle stelle".

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Sono stati mesi dolorosi gli ultimi due trascorsi.

Sono stati strazianti, un incubo continuo. Non è neppure facile descrivere il dolore per la sua mancanza, per quello che non può più donarci e per ciò che voleva e doveva diventare. I sogni di una ragazza di 20 anni sono finiti in questo modo barbaro, è difficile da digerire. Sono tormenti che purtroppo non fanno vivere. In questo momento siamo tutti molto vicini. Vediamo i genitori di Sara tutti i giorni, cerchiamo di curarci l'un l'altro.

Ci stiamo prendendo cura del nostro dolore, più in là penseremo a portare la storia di Sara ovunque e a creare una fondazione a suo nome. È un progetto al quale teniamo molto, per Sara ma anche per tutte le altre. Per Giulia, per Martina, per Ilaria, per tutte le giovani donne che hanno perso la vita per mano di un uomo.

Sara riceverà la laurea alla memoria, avete una data per quella cerimonia?

Non abbiamo ancora una data precisa, sappiamo che accadrà quest'estate ma non abbiamo un giorno.

Che ragazza era Sara? 

Come spiegavo, era una persona piena di sogni ma era anche una ragazza molto concreta. La frase che lei scriveva ovunque e che poi è diventata "sua" in qualche modo, "mi amo troppo per stare con chiunque", riassume anche la concretezza del suo animo. Era dolcissima, ma era anche una donna fiera e consapevole del suo valore umano.

Nella mia lettera scrivo che aveva un sorriso contagioso, un vero e proprio inno alla vita, all'indipendenza, alla libertà. Era educata e semplice come l'amore dei nonni o il profumo di una torta fatta in casa. Era cresciuta con basi solide come le domeniche in famiglia e l'affetto dei familiari. Era semplice e genuina in modi che è difficile descrivere.

Sara Campanella.
Sara Campanella.

Ti andrebbe di ricordare Sara condividendo qualcosa che la sua vita ti ha insegnato?

Io spesso rileggo le nostre chat su Whatsapp. A volte lo faccio perché vorrei mandarle un messaggio, ancora mi aspetto di poter ricevere la sua risposta. Quando guardo quei messaggi mi soffermo sulla frase che lei aveva come stato personale di Whatsapp e che penso sia il più grande insegnamento che mi abbia lasciato. Lei scriveva: "La sensibilità è una forma di intelligenza, è inutile spiegarla a chi ne è privo".

Penso sia una sorta di testamento spirituale questo: la sensibilità è davvero una forma di intelligenza. Ragionando su queste parole mi sono reso conto che è vero, che a questa società smarrita manca la forma di intelligenza della sensibilità. Mi viene da pensare che umani si diventa crescendo, attraverso l'educazione che ricevi. Chi rispetta l'umanità altrui e la dignità della persona in generale non commette atti del genere, ne sono profondamente convinto. Chi ha l'amore nel cuore e chi ha appreso questa forma di intelligenza non potrebbe mai spezzare la vita di una ragazza che semplicemente ti dice di no. Ricordiamo che Sara non aveva alcun rapporto con l'individuo che l'ha uccisa: lui aveva deciso che doveva essere sua e non contemplava un no, non rispettava neppure l'idea di un no.

Sara è stata uccisa dopo le lezioni universitarie, appena uscita da un'istituzione didattica. Questa persona si è arrogata il diritto di toglierle la possibilità di continuare a studiare e anche quella di vivere, continuare ad amare e a sognare per il suo futuro. Le ha tolto anche la possibilità di continuare a essere amata dai suoi amici e dalla sua famiglia.

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