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Dopo 25 anni è libero Matteo Boe, il bandito che tagliò l’orecchio a Farouk Kassam

L’uomo, che ha oggi 59 anni, ha finito di scontare la pena per la quale era stato condannato. Boe, oltre al sequestro del piccolo Farouk, è stato il responsabile anche di quelli della studentessa Sara Niccoli e dell’imprenditore romano Giulio De Angelis.
A cura di Ida Artiaco
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Il bandito sardo, Matteo Boe (LaPresse).
Il bandito sardo, Matteo Boe (LaPresse).

Ha finito di scontare la pena, che lo aveva trattenuto in carcere per 25 anni. Domenica 25 giugno, intorno alle 10:40, è così tornato in libertà Matteo Boe, il bandito sardo responsabile del rapimento nel gennaio del 1992 a Porto Cervo del piccolo Farouk Kassam, che all'epoca aveva sette anni e al quale lo stesso Boe tagliò il lobo dell'orecchio che fu poi recapitato al padre del bambino all'interno di una busta. Cinquantanove anni, Boe, barba grigia lunga, basco scuro e maglietta bianca, è uscito dal carcere milanese di Opera, dove era detenuto, mentre ad attenderlo fuori c'era una Fiat 500 L grigio scuro alla cui guida c'era una donna. L'uomo non si è, però, fermato a parlare con i giornalisti che attendevano all'esterno della struttura.

Boe sarà per sempre ricordato come il rapitore del piccolo Farouk Kassam, la cui vicenda all'epoca dei fatti tenne con il fiato sospeso tutta l'opinione pubblica italiana. Il bambino fu liberato dopo 177 giorni di prigionia in seguito al pagamento di un riscatto, ma prima lo stesso Boe ne tagliò il lobo di un orecchio, che fece recapitare al padre. Ma il sequestro di Farouk non è stato l'unico messo a segno dall'uomo. Si ricordano anche quelli della studentessa Sara Niccoli e dell’imprenditore romano Giulio De Angelis, rapiti rispettivamente nel 1983 e nel 1988, per i quali stato condannato a 30 anni, ma che grazie a una riduzione della pena per buona condotta, si sono ridotti di cinque.

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