Donna morta per botulino in Sardegna, i Nas nella sede della Fiesta latina: maxi sequestro di cibo

Dopo la morte di Roberta Pitzalis, 38 anni, stroncata da una presunta intossicazione da botulino a Cagliari dopo aver consumato guacamole durante un evento della “Fiesta Latina” di Monserrato, le indagini si sono allargate oltre i confini della Sardegna. Su delega della procura cagliaritana, i carabinieri del Nas di Torino hanno effettuato un controllo nella sede centrale dell’associazione, a Vigone (Torino), guidata da una 55enne, imprenditore di origine argentina e unico indagato per la vicenda.
L’ispezione, avvenuta lunedì 11, non ha portato al ritrovamento di confezioni di “avocado pulp” già sequestrate in Sardegna e sospettate di aver causato l’avvelenamento. Tuttavia, i militari hanno scoperto un magazzino con prodotti alimentari conservati in modo non idoneo: pacchi di riso, conserve di pomodoro, farina, bottiglie di alcolici e analcolici, oltre ad acqua, succhi e olio, per un valore complessivo di circa 30mila euro. Secondo gli investigatori, la merce era stoccata su camion o in locali non adatti, esposta alle alte temperature estive.
Il 55enne è stato denunciato anche per questa irregolarità, pur non essendoci, al momento, un divieto formale di proseguire l’attività. “Si tratta di prodotti che non devono essere conservati in frigorifero – ha precisato il legale, Maurizio Mereu –. L’associazione ha comunque deciso di interrompere volontariamente le iniziative, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta”.
Fiesta Latina, che si presenta come promotrice della cultura e dell’enogastronomia sudamericana, ha diffuso sui social messaggi di vicinanza alle vittime e rassicurazioni sulla sicurezza dei clienti: “Non abbiamo ancora tutte le risposte, ma comunicheremo la data di ripresa solo quando avremo l’autorizzazione delle autorità sanitarie”.
La tragedia di Monserrato ha coinvolto, oltre alla vittima, altre sette persone. Quattro sono già state dimesse, mentre restano ricoverati un bambino di 11 anni – trasferito in gravi condizioni al Policlinico Gemelli di Roma e sottoposto a un intervento per migliorare la respirazione – una ragazza di 14 anni e una donna di 62, entrambe al Policlinico di Monserrato.
Gli esiti dell’autopsia su Roberta Pitzalis hanno evidenziato non solo la presenza di botulino, ma anche una polmonite emorragica, probabilmente legata alle procedure di intubazione. Elementi che hanno spinto la procura a disporre ulteriori accertamenti, compreso il blitz di Vigone.
Il sindaco del paese, Fabio Cerato, ha mantenuto il massimo riserbo: “Le indagini sono in corso e vanno rispettate. L’associazione ha sede qui, ma è poco conosciuta e non ha mai organizzato eventi a Vigone”.
Intanto l'imprenditore, raggiunto dal Corriere della Sera, ha preferito non rilasciare dichiarazioni: “No comment, scusi, ma in questo momento non posso proprio dire nulla”. Secondo il suo avvocato, il 55enne sarebbe profondamente scosso, indipendentemente dall’accertamento delle responsabilità. “Sono stati utilizzati prodotti sigillati, a filiera controllata e conservati correttamente. Non c’era modo di prevenire ciò che è accaduto”, sostiene Mereu.
La vicenda resta al centro dell’attenzione pubblica, mentre si attendono i risultati degli esami sui campioni prelevati e le conclusioni della magistratura per chiarire ogni aspetto di una storia che, in pochi giorni, ha unito due regioni in un’unica inchiesta.