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Difendere i gatti di strada? Serve la colonia felina

C’è un modo per tutelare i randagi dalle aggressioni e garantire loro cure veterinarie costanti.
A cura di Redazione
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È una di quelle storie di provincia: è accaduta a Eboli, nel Sud-sud in provincia di Salerno, della piana del Sele, quella della mozzarella di bufala e dei pomodori, ma potrebbe essere accaduta ovunque in Italia. Ovunque, s'intende, si ami un animale. Spesso, si sa, l'amore per cani e gatti non è necessariamente condiviso con la famiglia, col condominio o peggio ancora coi dirimpettai. E così capita nella migliore delle ipotesi che il cane o il gatto (e relativa cucciolata) vengono scacciati in malomodo da casa o dal palazzo o dal parco, o dalla strada di residenza. Nella peggiore delle ipotesi, invece, i migliori amici dell'uomo vengono maltrattati, mandati via con la violenza o peggio ancora, avvelenati. Non sono leggende metropolitane: accade tutti i giorni. Qualsiasi associazione ambientalista può confermare: le vendette condominiali si ripercuotono su felini e canidi più delle epidemie.

A Eboli una ragazza poco più che ventenne, Annaluce Ferré, insieme ad altre persone del comune in provincia di Salerno, ha pensato bene di adottare un gruppo di gattini cresciuti insieme: mamma, papà e cuccioli che a loro volta, cresciuti, hanno generato altri cuccioli. Un impegno non solo di facciata: chi adotta un randagio cerca di fornirgli assistenza veterinaria, di tutelarlo da abusi e maltrattamenti. Si chiama "colonia felina" ed è normata dalla legge: ce ne sono molte in Italia anche nei grandi centri urbani. Molte ma evidentemente non abbastanza. "Questo è il risultato di un lavoro di sensibilizzazione iniziato nel 2010 – spiega Annaluce Ferré – . Ora cercheremo di far conoscere il più possibile quest'iniziativa. Sarebbe bello vedere altre colonie feline non solo nella mia città ma in tutt'Italia". "Adesso – spiega l'assessore all'Ambiente di Eboli Ilario Massarelli – abbiamo ufficializzato una attività che la giovane Annaluce praticava già da tempo, prendendosi cura dei felini presenti nel nostro centro storico, che lì abitualmente trovano rifugio, cibo e protezione. Grazie al contributo dei volontari e dell’Asl, sarà possibile tenere sotto controllo la diffusione dei gatti in quell’area, anche dal punto di vista igienico-sanitario".

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