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Dice ai genitori di essere gay e viene cacciato di casa, il prof si offre di ospitare il 18enne

Uno studente toscano di 18 anni ha detto ai genitori di essere gay ed è stato cacciato di casa. Il ragazzo è stato ospite di amici e conoscenti fino a quando un insegnante della sua scuola, appresa la storia, si è offerto di ospitarlo fino a giugno per permettergli di concludere gli studi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva deciso di fare coming out con la famiglia, dichiarando ai genitori la propria omosessualità. Lo studente di 18 anni è stato però cacciato di casa e da un giorno all'altro si è trovato senza un tetto sopra la testa e nessuna sicurezza su dove andare. La storia di questo ragazzo è simile a quella di tanti altri giovani che ogni giorno bussano alla porta dello sportello Voice di Pontedera (Toscana) che ogni giorno si occupa di aiutare adolescenti in difficoltà respinti dai genitori per la propria natura.

Il 18enne si è rivolto allo sportello chiedendo aiuto e la sua storia ha trovato un parziale lieto fine. Il giovane, assistito da uno psicologo del team di Voice, ha trovato ospitalità presso casa di un insegnante che si è offerto di condividere con lui il tetto fino a giugno per consentirgli di concludere serenamente gli studi. Per il suo caso sono stati attivati i servizi sociali in sinergia con la scuola che fortunatamente è intervenuta per permettergli di continuare a studiare.

Quando il 18enne si è presentato allo sportello, era stato cacciato di casa ed era ospite di alcuni amici fuori zona. Il tutto è accaduto lo scorso febbraio e da allora il 18enne è stato ospite di amici e conoscenti, vagando da abitazione ad abitazione. Per fortuna, lo sportello in provincia di Pisa è riuscito ad aiutarlo e a fornirgli una soluzione fino alla fine dell'anno scolastico. L'insegnante che ha deciso di prendere con sé lo studente, non ci ha pensato su due volte: dopo aver appreso la sua storia, si è offerto spontaneamente di ospitarlo per permettergli di continuare a studiare.

Inutili i tentativi di ricucire lo strappo con i familiari, che non hanno voluto in alcun modo riavvicinarsi al figlio in difficoltà. "Abbiamo trattato già 24 casi – hanno spiegato dallo sportello -. Cerchiamo di colmare un vuoto, non essendoci sul territorio, in Valdera come nel Valdarno, alcun punto di riferimento per il monto Lgbtq+. Abbiamo accolto figli, genitori, persone alle prese con dubbi, pregiudizi e problemi, vittime di gravi discriminazioni. Questo sportello è l'unico in provincia di Pisa e uno dei pochi presenti sul territorio toscano".

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