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Delitto Pordenone, l’avvocato di Trifone: “Ruotolo era appostato davanti alla palestra”

Secondo il legale della famiglia Ragone i due fidanzati erano “attenzionati” fin dal pomeriggio del 17 marzo 2005, giorno del delitto: “A Ruotolo andrebbe contestato anche il reato di stalking”, aggiunge l’avvocato.
A cura di Biagio Chiariello
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“Ruotolo era in appostamento al palazzetto per un omicidio ideato da tempo. Trifone e Teresa erano con ogni probabilità ‘attenzionati’ sin dal pomeriggio”. Sono accuse molto forti quelle che l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Gianni Ragone, fratello di Trifone, ucciso insieme con la fidanzata, Teresa Costanza, il 17 marzo 2015 nel parcheggio della palestra di Pordenone, rivolge al principale sospettato del duplice omicidio. Il legale cita in particolare “fonti testimoniali attendibili che riferiscono della presenza di una Audi A3 grigia, con a bordo un uomo, in sosta a poca distanza dalla macchina di Trifone, già verso le 19,20” del giorno del delitto. E’ chiaro dunque che per il legale della famiglia della vittima non ci sarebbero dubbi sulla premeditazione. Il delitto “può essere stato compiuto soltanto da chi serbava un rancore feroce e mai sopito” scrive Gentile. Non solo. In una nota il legale sostiene che a Ruotolo “andrebbe contestato anche il reato di stalking". Trifone, al contrario, secondo l’avvocato, “non era un facinoroso e non ha mai avuto screzi con alcuno fuorché con il Ruotolo che, invece, li ha sempre negati”.

Ruotolo resta in carcere

Giosuè Ruotolo, intanto, dovrà restare ancora in carcere, dopo la decisione del tribunale del riesame di Trieste di respingere la richiesta di scarcerazione. Revocati invece i domiciliari alla fidanzata, Rosaria Patrone, indagata per favoreggiamento nel duplice delitto. “Faremo ricorso in Cassazione”, ha detto all’Adnkronos l’avvocato Roberto Rigoni Stern, difensore di Ruotolo. “Il quadro indiziario a nostro avviso è molto frammentario e difficilmente riuscirà a reggere il vaglio dibattimentale. Si tratta di una serie di indizi che non sono precisi né gravi né concordanti e che comunque hanno indotto il riesame a soprassedere prudenzialmente nell’attesa che possano essere fugati molti dubbi su questa vicenda”.

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