Delitto Pordenone, il coinquilino dell’indagato: “Tornò a casa e si cambiò i vestiti”

Sembra complicarsi la posizione di Giosuè Ruotolo, unico indagato per l’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone a Pordenone. Secondo quanto scrive il Gazzettino, infatti, Daniele Renna, 28 anni, uno dei due coinquilini del caporale, e x collega della vittima, in un interrogatorio ha sostenuto: “Mi sono ricordato che la sera del 17 marzo tra le 19.30 e le 19.45, mentre mi trovavo in cucina, ho visto Giosuè vicino alla porta d’ingresso, intento a uscire dall’appartamento. Ricordo di essere rimasto sorpreso poiché non era solito uscire da solo in quell’orario e pertanto gli ho chiesto dove stesse andando. Giosuè mi rispose dicendomi ‘Fatti i c… tuoi’ per poi uscire. Indossava una tuta da ginnastica scura”. Renna poi va con la mente al momento in cui Renna in cui ricevette il messaggio “che mi informava della morte di Teresa e Trifone ho chiamato Giosuè in camera perché lo leggesse; potevano essere le 22.45, 22.50. In quel frangente indossava un paio di pantaloni della tuta e una maglietta bianca. Di certo non era quella che indossava quando è uscito di casa”.
La procura di Pordenone ha voluto sentire anche Sergio Romano, l’altro coinquilino dell’indagato. In un interrogatorio ha affermato di aver giocato con Ruotolo a un videogame online, ognuno nella sua stanza, fino alle 20 di sera. Ma il ragazzo avrebbe cambiato versione sostenendo di aver visto uscire il caporale dopo le 19 e che quando gli chiese spiegazioni questi spiegò di aver dovuto sbrigare delle pratiche assicurative. Romano descrive così Ruotolo: “E’ una persona introversa. So che la sua fidanzata ha un grave problema fisico. Lui passava sere, e a volte notti intere, a piangere al telefono con lei, i mesi prima e i mesi dopo il delitto”. Da parte sua, Renna ricorda invece come Ruotolo frequentasse la stessa palestra di Trifone, ma di averla abbandonato dopo il delitto perché sosteneva che gli ricordasse troppo l’amico ucciso.