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Delitto Olgiata: confermata la condanna per Reyes. L’accusa voleva l’ergastolo

Il pg ha chiesto l’ergastolo per Winston Manuel Reyes, il domestico filippino che il 10 luglio 1991 uccise la contessa Alberica Filo della Torre. L’accusa gli nega le attenuanti generiche, lui in aula chiede perdono. La Corte conferma la condanna in primo grado.
A cura di Susanna Picone
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Il pg ha chiesto l’ergastolo per Winston Manuel Reyes, il domestico filippino che il 10 luglio 1991 uccise la contessa Alberica Filo della Torre. L’accusa gli nega le attenuanti generiche, lui in aula chiede perdono.

Update ore 13 – Confermata la condanna per Reyes. La prima Corte d’assise d’Appello di Roma ha confermato la condanna a 16 anni per Winston Manuel Reyes. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte presieduta da Mario Lucio D’Andria, dopo una riunione in camera di consiglio di poco più di un’ora. Per il filippino l’accusa aveva chiesto la massima pena dell’ergastolo.

Per il filippino Winston Manuel Reyes, reo confesso dell’omicidio della contessa Alberica Filo della Torre, uccisa all’Olgiata il 10 luglio del 1991, l’accusa ha chiesto l’ergastolo. Sarebbe questa la pena giusta per il delitto avvenuto ormai oltre 20 anni fa, con il procuratore generale Donatella Maria Luisa Greco che nel suo intervento durante il processo d’appello nei confronti del domestico, ha ribadito le responsabilità di Reyes e gli ha negato le attenuanti generiche che gli furono riconosciute in primo grado. In primo grado, infatti, il domestico fu condannato a 16 anni di galera con l’accusa di omicidio volontario. Durante la requisitoria il procuratore generale ha sottolineato che l’omicidio è frutto della “piena volontarietà di Reyes”, volontà omicida dimostrata anche da un particolare: prima di lasciare la camera da letto – ha ricordato il procuratore – Reyes ha chiuso la porta a chiave. La chiave non è stata trovata e, secondo il pg, questo dimostra la volontà di compiere il delitto e la sua intenzione di ritardare il ritrovamento del corpo e l’arrivo dei soccorsi.

Il filippino chiede perdono in aula – L’obiettivo del filippino, stando all’accusa, era quello di incassare i soldi dei gioielli rubati alla contessa. Secondo la ricostruzione dei fatti Reyes aggredì la sua vittima che non ebbe nemmeno il tempo di reagire “tant’è vero che nessuno ha sentito la sua voce provenire dalla stanza”. Il comportamento dell’omicida, inoltre, non è stato al momento dei fatti quello di una persona sconvolta per aver ucciso: Reyes avrebbe confessato le sue responsabilità solo quando c’erano già tutte le prove per incastrarlo. L’imputato Manuel Reyes era presente in aula e, prima dell’inizio del processo, ha chiesto di poter parlare: “Mi rivolgo soprattutto alla famiglia Mattei, chiedo perdono per quello che ho fatto”. Dai suoi comportamenti però non si desume, secondo il pg, un sincero pentimento e per questo non avrebbe diritto alle attenuanti.

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