Delitto Garlasco, l’amica di Andrea Sempio: “L’impronta potrebbe essere sua, ma è innocente”

"L’impronta è tua? Andrea mi ha detto che sì, potrebbe essere sua. Ma allo stesso tempo mi ha confermato di essere innocente, e io non ho dubbi dopo la sua conferma". Parla così Elisa, un’amica di Andrea Sempio, nell’ultima puntata di Quarto Grado, andata in onda venerdì 30 maggio. La sua voce si aggiunge al coro sempre più fitto di interrogativi sul delitto di Garlasco, che dal 2007 continua a scuotere opinione pubblica e a generare sviluppi giudiziari.
Elisa è originaria di Tromello, come Andrea, e lo conosce dal 2010. Ha deciso di raccontare la sua versione ora che l’amico è formalmente indagato per omicidio in concorso per la morte di Chiara Poggi, la ragazza uccisa nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. Le sue parole arrivano a pochi giorni dalla notizia di un nuovo elemento d’indagine: l’impronta 33, una traccia rimasta sulla parete destra della scala interna dove fu rinvenuto il corpo della giovane. Secondo una perizia disposta dalla Procura di Pavia infatti l'impronta apparterebbe ad Andrea Sempio, amico di Marco Poggi e attualmente indagato per l'omicidio di Chiara.
Quell’impronta, insieme a una serie di anomalie nelle indagini svolte all’epoca, ha portato la Procura generale a riaprire il fascicolo, inizialmente archiviato. In parallelo, è stato anche presentato un ricorso contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Secondo la Procura, ci sono ancora troppi punti oscuri per consentire un beneficio tanto rilevante a un condannato per omicidio.
Intanto, l’attenzione mediatica torna su Sempio. Il suo nome era già stato al centro del caso quando venne individuato un profilo genetico compatibile con il suo DNA sotto le unghie della vittima. Allora fu tutto archiviato come frutto di un contatto casuale. Ma oggi, con nuovi elementi sul tavolo, gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
"Andrea mi ha detto che l’impronta potrebbe essere sua, ma mi ha anche giurato di non aver fatto nulla – ribadisce Elisa – e io gli credo, perché lo conosco". Parole semplici, ma cariche di peso, che risuonano forti in un’indagine che sembra non conoscere una vera fine. Un caso che, tra impronte, perizie e ricorsi, continua a chiedere giustizia.
La donna smentisce anche l'ipotesi ‘satanista': "Non c'entra niente con questo gruppo. Non è mai andato al santuario delle Bozzole".