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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco, trovato un capello di 3 centimetri nella spazzatura di casa Poggi: si cercherà il Dna

Un capello lungo 3 centimetri sarebbe stato trovato nella spazzatura di casa Poggi nell’ambito dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco: si proverà ad estrarre un profilo di Dna nucleare.
A cura di Ida Artiaco
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Un capello di 3 centimetri sarebbe stato trovato nella spazzatura di casa Poggi nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla Gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell'ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, che vedono indagato il 37enne Andrea Sempio per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi con terzi o con Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva.

Il capello, spuntato dal sacco azzurro della spazzatura di casa Garlasco, giovedì scorso, insieme al famoso Fruttolo e ai resti di biscotti e prima che un blackout oscurasse i laboratori della Questura di Milano e interrompesse le operazioni, – come riporta La Repubblica – verrà passato ai microscopi di Denise Albani e Domenico Marchigiani, i consulenti del gip di Pavia Garlaschelli, per provare ad estrarne un profilo di Dna nucleare. Il che, se confermato, potrebbe rappresentare una svolta nel caso a ben 18 anni dall'omicidio della 26enne.

In realtà, già nel 2008 il genetista Carlo Previderè — la cui consulenza, firmata con la collega Pierangela Grignani, ha convinto la Procura di Pavia a riaprire il caso — analizzò un mazzetto di sette capelli stretti nel pugno di Chiara Poggi e altri ventinove presenti in una delle pozze di sangue. Uno solo era provvisto di bulbo e il dna nucleare estratto fu attribuito proprio alla vittima. Mentre da altre diciassette formazioni pilifere fu possibile ricavare un aplotipo mitocondriale, anche questo corrispondente con il codice genetico di Chiara.

Sempre dalle ultime analisi, particolare attenzione è stata data anche al telefono di casa Poggi, sporcato dal sangue uscito dalla testa della vittima. La macchia si trovava sulla cornetta, forse perché lei ha tentato di chiamare i soccorsi. I Ris di Parma del generale Luciano Garofano lavorarono col cianoacrilato sul telefono, isolando un’impronta digitale, mai citata però nelle loro relazioni. L'obiettivo degli inquirenti è quello di ricostruire la scena del delitto, anche rivalutandone la dinamica, per capire se e quante persone ci fossero in casa in quel giorno di agosto del 2007.

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