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Dati personali dei pazienti degli ospedali venduti con un tariffario

Nel Bergamasco ogni paziente che subiva un incidente veniva segnalato dietro compenso alle agenzie che poi si proponevano per gli indennizzi.
A cura di A. P.
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Dati personalissimi dei pazienti degli ospedali che mai dovrebbero uscire dalla struttura sanitaria venduti in massa con tanto di tariffario, è uno dei particolari che emerge dall'inchiesta della Procura di Bergamo che vede indagate 49 persone tra cui anche una ventina di carabinieri. Per gli inquirenti attorno a quei dati era nato un fiorente commercio che ha coinvolto alcune agenzie specializzate che si occupano di perizie e di investigazioni e che aiutavano chi ha subìto un incidente a prendere il risarcimento dei danni dalle assicurazioni. Per i magistrati infatti queste società ottenevano illecitamente dietro compensi in denaro i dati anagrafici, le residenze ma anche e soprattutto le cartelle cliniche dei pazienti che si erano recati in ospedale a seguito di qualche incidente. Un commercio ben rodato secondo gli investigatori visto che era nato un vero e proprio tariffario, ogni nominativo ad esempio valeva 9 euro, ma esistevano anche una specie di abbonamento mensile che andava dai 100 ai 150 euro al mese e che prevedeva sistematicamente la segnalazione per ogni persona che si presentava in ospedale per un incidente. Le indagini ad ogni modo continuano anche perché resta ancora da accertare come gli elenchi siano usciti dall'ospedale.

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