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Covid 19

Crisanti: “Gran parte del mondo non ha vaccini: rischiano di emergere nuove varianti”

Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Padova: “La situazione a livello globale è sottovalutata. In particolare, è sottovalutato il fatto che gran parte del mondo non ha a disposizione i vaccini. Così possono emergere nuove varianti. La situazione in UK è emblematica”.
A cura di Davide Falcioni
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"La situazione a livello globale è sottovalutata. In particolare, è sottovalutato il fatto che gran parte del mondo non ha a disposizione i vaccini". A lanciare l'allarme, intervenendo ad Agorà, su Rai 3, il professor Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica all'Università di Padova che – a dispetto dei numeri incoraggianti delle ultime settimane – invita a non abbassare la guardia e a non escludere una recrudescenza dei contagi: "Paesi come l’India sono incubatori di varianti e ne possono emergere alcune che possono sfuggire al vaccino. La situazione inglese è emblematica: la variante Delta ha una capacità di trasmissione molto più elevata e sta mettendo in crisi il programma di riaperture del Regno Unito", ha sottolineato Crisanti. "I dati sono davanti ai nostri occhi. Ogni settimana c’è un aumento dei casi del 40% circa e si deve tenere conto che in UK vengono fatti 700/750 mila tamponi al giorno con una capacità di tracciamento e di filtro alle frontiere che sicuramente noi non abbiamo".

L'invito di Crisanti è quindi quello di non eccedere nel senso di sicurezza. Quanto ai vaccini, come dimostrato dall'ultimo report dell'Istituto Superiore della Sanità, "la prima dose induce un’importante protezione già dopo 15 giorni, ma questo non vale per tutte le varianti. Alcune rispondono meno bene al vaccino e ci sono anticorpi monoclonali che non riconoscono per niente le varianti: su quattro approvati in Italia 3 non sono efficaci contro alcune di esse". Per lo scienziato padovano "la possibilità di uscita dalla pandemia dipende da due fattori: la durata della protezione del vaccino e il problema delle varianti, ad esempio la brasiliana, che non rispondono ai vaccini al 100%. L’Italia fa un sequenziamento a campione delle varianti, siamo sicuramente molto indietro rispetto a quello che sarebbe necessario fare. C’è molto da fare e anche sul tracciamento: è il momento di aumentare i tamponi, non di diminuirli".

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