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Cambiamenti climatici

CO₂ alle stelle: nel 2024 aumento record delle emissioni nonostante gli allarmi degli scienziati

Secondo l’ultimo report dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) i livelli medi globali di CO₂ hanno raggiunto nel 2024 423,9 parti per milione (ppm), con un incremento di 3,5 ppm rispetto al 2023: si tratta della crescita annuale più alta mai registrata da quando, nel 1957, sono iniziate le misurazioni moderne.
A cura di Davide Falcioni
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Il 2024 è stato l’anno in cui la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre ha superato ogni precedente record. Secondo il nuovo Bollettino sui Gas Serra dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) pubblicato oggi, infatti, i livelli medi globali di CO₂ hanno raggiunto 423,9 parti per milione (ppm), con un incremento di 3,5 ppm rispetto al 2023: si tratta della crescita annuale più alta mai registrata da quando, nel 1957, sono iniziate le misurazioni moderne.

Un aumento, sottolinea il rapporto, "senza precedenti nella storia recente", superiore persino al +3,3 ppm registrato durante l’evento di El Niño del 2015-2016. A titolo di paragone, negli anni Sessanta la CO₂ cresceva di appena 0,8 ppm l’anno: oggi il ritmo è oltre quattro volte superiore, nonostante i continui allarmi da parte della comunità scientifica e gli appelli urgenti ad abbattere drasticamente le emissioni di gas climalteranti.

Il 2024 non è stato solo l’anno del record di CO₂, ma anche l’anno più caldo mai registrato dal 1850. Per la prima volta la temperatura media globale ha superato la soglia simbolica di +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale, soglia che l’Accordo di Parigi si proponeva di non varcare. Il fenomeno di El Niño, attivo tra il 2023 e il 2024, ha contribuito a un ulteriore riscaldamento, innescando siccità estreme e incendi senza precedenti, soprattutto in Amazzonia e nell’Africa australe.

La WMO segnala che queste condizioni hanno ridotto l’assorbimento naturale di carbonio da parte delle foreste e degli oceani: "I principali serbatoi naturali di CO₂ stanno diventando meno efficaci", spiega l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, segnalando il rischio di una spirale di feedback climatici che potrebbe ulteriormente accelerare il riscaldamento globale.

Le emissioni di CO₂ da combustibili fossili sono rimaste pressoché stabili a un livello record di 10,2 gigatonnellate di carbonio l’anno, ma la natura ha assorbito meno del solito. Secondo l’analisi preliminare del Global Carbon Budget 2025, la riduzione della capacità di assorbimento di suoli e oceani, combinata a incendi di portata eccezionale, spiega l’aumento straordinario di CO₂ atmosferica.

In Sud America, il 2024 ha visto il picco più alto di incendi in quindici anni, con la Bolivia e gli stati brasiliani di Amazonas e Mato Grosso do Sul colpiti da roghi estesi e persistenti. Il fumo e il monossido di carbonio prodotti da questi eventi hanno ulteriormente aggravato la concentrazione di gas serra.

Oltre alla CO₂, anche metano (CH₄) e protossido di azoto (N₂O) hanno raggiunto nuovi massimi storici: rispettivamente 1.942 ppb e 338 ppb. Tuttavia, il loro incremento annuale è stato leggermente inferiore rispetto al 2023.  Il bollettino della WMO conclude con un messaggio inequivocabile: raggiungere la neutralità climatica resta l’obiettivo imprescindibile. Ogni tonnellata di CO₂ emessa oggi continuerà a influenzare il clima per millenni, anche a causa della lenta capacità degli oceani e dei suoli di assorbirla.

Con la COP 30 prevista per il prossimo mese a Belém, in Brasile, il monito degli scienziati arriva come un campanello d’allarme nel cuore dell’Amazzonia stessa, oggi uno dei luoghi più vulnerabili e al contempo cruciali per il bilancio del carbonio globale. La speranza è che il vertice possa trasformare l’allarme scientifico in azioni concrete e verificabili, prima che la curva della CO₂ – e quella del termometro globale – diventino impossibili da invertire.

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