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Covid 19

Covid hotel da incubo a Palermo: “Acqua putrida, sporco ovunque e niente condizionatore”

Il “Gruppo di supporto per la quarantena all’hotel Covid di Palermo” accoglie ormai, su Facebook, quasi un migliaio di persone. Per lo più di nazionalità francese. È dai cittadini d’oltralpe che è partita la protesta per le condizioni ritenute “infernali” della struttura ricettiva destinata ai positivi e ai loro contatti stretti. Sui social arrivano anche il suggerimento di “scappare” di fronte a un tampone antigenico positivo pur di evitare di finire al San Paolo Palace Hotel.
A cura di Luisa Santangelo
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C'è un gruppo su Facebook dal nome, di per sé, piuttosto evocativo: "Gruppo di supporto sulla quarantena all'hotel Covid di Palermo". Dentro ormai ci sono quasi un migliaio di persone, tantissime di nazionalità francese, sebbene gli ospiti del San Paolo Palace Hotel del capoluogo siciliano siano, al momento, 112 sui 190 disponibili. Ma in quella stanza social ormai c'è chi annuncia di avere annullato le vacanze in Sicilia e chi dà suggerimenti: "Se siete positivi al tampone antigenico, non andate a fare il tampone molecolare e scappate dal Paese al più presto via auto, treno o barca". Tutto pur di non rischiare di finire nell'hotel Covid che a Fanpage.it viene definito, dalla sorella di una ospite, "un vero e proprio inferno". Complici anche le temperature elevatissime in Sicilia e l'impossibilità di usare l'aria condizionata in una struttura in cui sono presenti positivi al coronavirus.

Comincia tutto pochi giorni fa, quando la giovane Laure, originaria di Tolosa, decide di pubblicare su Facebook e divulgare i contenuti che sua sorella Malisa le ha inviato dal Covid hotel: arrivata nel capoluogo siciliano con alcuni amici e i figli, Malisa – vaccinata – è risultata positiva al Covid-19 al tampone. "Non sapeva che avrebbe dovuto fare un test rapido pur avendo il green pass – spiega Laure – altrimenti lo avrebbe fatto in Francia e non avrebbe nemmeno tentato la partenza". Dopo un paio di giorni in una struttura dedicata a Piana degli Albanesi, Malisa e i due figli vengono trasferiti all'Hotel San Paolo e lì cominciano i problemi: "Erano in tre nella stanza, mia sorella e i miei nipoti – prosegue Laure – Ma c'era solo un letto matrimoniale. Uno di loro ha rischiato di dormire per terra, perché non le è stato dato un altro materasso. Mia sorella ne ha cercato uno di sua iniziativa. Il cibo è insufficiente, i bambini mangiano poco e sono dimagriti. Hanno anche avuto problemi, forse dovuti all'acqua". Le immagini postate sul gruppo mostrano una vasca da bagno piena di acqua gialla.

"La prima cosa di cui mi sono accorto, quando sono arrivato qui, è stata la mancanza di pulizia", aggiunge Mattia De Luise, napoletano di 28 anni, dimesso ieri pomeriggio dopo due settimane all'hotel San Paolo. "Addirittura – racconta – Ho trovato sotto al letto un paio di ciabatte appartenute a chissà chi, probabilmente all'inquilino precedente. Questo mi ha fatto pensare che le stanze non sono accuratamente ripulite tra un paziente e l'altro. Non ho mai visto nessuno che venisse a fare le pulizie, la moquette è in condizioni disastrose, c'è polvere ovunque. Ogni due, tre giorni è venuto il personale a igienizzare il bagno, ma nessuno a pulire". Il gruppo è pieno di foto di materiale accatastato nei corridoi o in aree dell'edificio. "Alcune fotografie sono state scattate in ambienti non destinati all'ospitalità", si difenede l'Asp. De Luise, che si trovava a Palermo per lavoro, è vaccinato. Ma ha avuto qualche giorno di tosse persistente. "Ho ottenuto dopo diverse richieste che mi venisse data della Paracodina, un calmante della tosse. Ma quando ne ho avuto bisogno ancora mi è stato detto che le scorte erano finite. Un medico è dovuto andare a comprarlo apposta, dopo qualche giorno".

Nessun problema sul cibo ("Io sono vegetariano e ho avuto dei pasti organizzati in questo senso"), ma qualche difficoltà con l'acqua da bere: "Ci sono delle bottiglie vicino all'ascensore, quindi è là che bisogna andarla a prendere". Uscendo dalla stanza e violando le norme di isolamento, che prevedono la quarantena all'interno della camera, senza la possibilità di uscire fuori. "Speriamo che le autorità francesi facciano qualcosa – interviene ancora Laure – Ci sono tanti cittadini in quelle condizioni e non sono accettabili". Diverse reti televisive francesi hanno mostrato in patria le immagini girate a Palermo. E tanti cittadini solidali hanno scritto all'ambasciata d'oltralpe. "Abbiamo ottenuto solo che venissero distribuiti dei ventilatori", dicono. "Tutte le stanze ne sono state dotate e rifornite", risponde l'Asp palermitana.

"Abbiamo avviato immediatamente un'attività di controllo", continua l'Azienda sanitaria provinciale in una nota. "Risulta che l'hotel si sia prodigato per soddisfare tutte le esigenze, talvolta anche le più bizzarre, di alcuni degenti che non sempre hanno avuto ben chiaro di non trovarsi in un hotel vero e proprio con servizi personalizzati". Il riferimento è a richieste di consegna di pizze o, pare, alle prestazioni di un'estetista. A proposito della pulizia, poi, il coordinatore sanitario Giuseppe Profeta sostiene: "Viene effettuata due volte a settimane nelle stanze, e una volta a settimana viene fatto il cambio di biancheria". E sarebbe stato lo stesso Profeta a dare il farmaco al 28enne De Luise.

Del tutto diversa la situazione a Catania: dal villaggio di Viagrande diventato Covid hotel non arrivano proteste degli ospiti. Anche lì per lo più francesi, ma anche tedeschi, inglesi, bangladesi e indiani. Dei 33 posti disponibili, la struttura accoglie attualmente 41 persone. "Tanti bambini con i genitori – afferma Mario Raspagliesi, coordinatore dell'hotel sanitario etneo – C'è qualche caso di variante Delta". Il problema è che le richieste di ospitalità aumentano: delle persone in isolamento, solo circa il 20 per cento è vaccinato, secondo quanto dichiarato dal medico. "E sono ricominciate anche le richieste che arrivano dai pronto soccorso: se prima arrivavano pazienti dall'aeroporto e dalla sanità marittima, adesso ci chiamano anche dai reparti di emergenza degli ospedali per casi di paucisintomatici che si presentano direttamente lì e che devono essere inviati da noi". Già nei prossimi giorni dovrebbero essere individuati altri alberghi da adibire all'accoglienza di positivi e contatti stretti di positivi in vacanza sull'Isola, ma la situazione "peggiorerà, temo, dopo ferragosto", conclude l'infettivologo. La Sicilia, al momento, è la Regione italiana con il più alto numero di nuovi contagiati in Italia.

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