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Costa Concordia, il comandante Schettino fu distratto da Domnica

Nella richiesta di rinvio a giudizio del comandante Schettino, la pubblica accusa punta il dito contro gli estranei presenti in plancia. Tra loro anche la rumena Domnica Cemortan, che con gli altri contribuì alla mancanza di “una guardia sicura in navigazione”.
A cura di Biagio Chiariello
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Sul ponte di comando della Costa Concordia c'era "la non opportuna presenza di estranei", tra cui "la passeggera Domnica Cemortan", con il conseguente "aumento di confusione e di fonti di distrazione" per chi si trovava in plancia e in particolare per il comandante Francesco Schettino. E' un passaggio del documento di richiesta di rinvio a giudizio della procura di Grosseto per i fatti del 13 gennaio 2012 all'isola del Giglio, nel quale è contenuta anche la ricostruzione delle 32 morti del naufragio. La presenza della rumena (ma anche dei "membri dell'equipaggio Antonello Tievoli, Manrico Giampedroni e Ciro Onorato") contribuì alla mancanza di "una guardia sicura in navigazione e durante la manovra di avvicinamento". Ad avvalorare ulteriormente l’ipotesi della distrazione, la procura ricorda inoltre che Schettino, in quella tragica notte, partecipò “insieme a Antonello Tievoli, ad una conversazione telefonica con Mario Terenzio Palombo, e così distraendosi ulteriormente e distraendo altresì gli ufficiali di guardia, mentre era in prossimità della costa in situazione pericolosa e con timone a mano”.

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