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“Così abbiamo trovato quella bimba tra sigarette e pannolini sporchi”, il racconto del poliziotto di Novara

A Fanpage.it Cesare Palenzona, il dirigente della Squadra volante della questura di Novara, racconta la dinamica del ritrovamento della bimba di 14 mesi scomparsa a Novara più di un anno fa. Indagate tre persone per maltrattamenti in famiglia, abbandono di minore e lesioni personali: il padre e la madre della piccola e una donna a cui era stata affidata.
A cura di Eleonora Panseri
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Agenti insieme alla bimba e un bigliettino che le è stato donato dai poliziotti che l'hanno trovata.
Agenti insieme alla bimba e un bigliettino che le è stato donato dai poliziotti che l'hanno trovata.

Dopo più di un anno di ricerche e apprensione, una bimba di appena 14 mesi scomparsa a Novara è stata ritrovata dalla Polizia di Stato. La piccola è stata rintracciata dagli agenti in un'abitazione in condizioni di abbandono e scarsa igiene.

Tre persone, il padre e la madre della bambina e una donna a cui era stata affidata, sono state indagate per maltrattamenti in famiglia, abbandono di minore e lesioni personali. Subito dopo il ritrovamento la piccola è stata portata in ospedale ed è risultata positiva alla cocaina.

Secondo quanto spiegato dalle forze dell'ordine, a denunciare la scomparsa della piccola era stata la madre che aveva raccontato di essere stata costretta dal compagno, straniero irregolare, senza fissa dimora e con precedenti, a portare avanti la gravidanza per ottenere il permesso di soggiorno legato alla nascita della bimba.

Dopo qualche mese, l'uomo aveva fatto perdere le proprie tracce portando con sé la bambina. Immediatamente sono scattate le ricerche e la piccola è stata finalmente ritrovata. Fanpage.it ha intervistato Cesare Palenzona, dirigente della Squadra Volante della questura di Novara.

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Dottor Palenzona, quali sono state le difficoltà nel realizzare questa operazione?

Sicuramente il fatto che l'uomo fosse irregolare, non avesse una residenza né un domicilio dichiarato, né un lavoro. Aveva solo in atto una procedura per il permesso di soggiorno collegato alla figlia.

Quindi, abbiamo cercato inizialmente nel posto in cui stava nel momento in cui si frequentava con la madre della bambina. I due non stavano più lì e non sapevamo dove potesse trovarsi.

È stato rintracciato grazie all'attività della Squadra Volante della Questura che durante il servizio ordinario di controllo del territorio, una sera di circa due settimane fa, ha sottoposto a controllo un un locale di Novara e tra gli avventori ha trovato anche lui.

Le volanti lavorano con uno strumento che è il tablet di bordo che quando registra un nome e un cognome manda indietro un alert in caso vi sia una segnalazione, come in questo caso. L'uomo è quindi stato fermato e trattenuto in Questura. Poi è intervenuta la Squadra Mobile gli ha chiesto dove fosse la bambina, lui ha dato un'indirizzo e gli investigatori l'hanno trovata lì.

In che condizioni era la bimba?

Erano molto precarie, sia quelle della bambina che dei locali in cui stava. L'appartamento era disastrato, gli oggetti della bimba, come il ciuccio e il biberon, erano vicini a posacenere, mozziconi di sigarette, pannolini non cambiati.

Poi c'è la questione degli esami: dopo essere stata portata in ospedale, è risultata positiva alla cocaina. È probabile che non le sia stata somministrata direttamente, ma che vi sia entrata in contatto in qualche modo.

E cosa avete provato quando l'avete trovata?

Ritrovarla e poi assicurarsi che fosse messa in una condizione ambientale estremamente migliore rispetto a quella in cui si trovava è una cosa che ha dato sollievo e fatto piacere a tutti gli operatori intervenuti.

C'è la consapevolezza che anche grazie a quella serie di controlli di iniziativa che vengono chiesti alla Squadra volante si è arrivati a questo risultato.

Avevate il timore che potesse che potesse esserle successo qualcosa?

Sì, poteva esserle successa qualsiasi cosa. Quando abbiamo realizzato che non era con la mamma, che il papà si era portato via la bambina e non si trovava, un papà che non lavorava e non si sapeva dove stava, sicuramente c'era il pensiero che le potesse succedere anche qualcosa di brutto.

Alcuni agenti hanno deciso di lasciare un biglietto alla bimba, hanno scritto: "Con la speranza di averti assicurato un futuro migliore, ti auguriamo tu possa crescere sana e felice". Come mai questo gesto?

Quando si ha a che fare con con i bambini è tutto un po' particolare rispetto a quando ci si occupa di adulti. Si provano proprio sensazioni diverse, auando capitano queste cose ci si sente, diciamo, legati.

Ci si sente in qualche modo responsabili di quello che sarà, si prova un senso di preoccupazione. Il biglietto nasce dalla consapevolezza di aver lavorato su una situazione difficile e dalla soddisfazione di essere riusciti a togliere da quella situazione una bambina molto piccola.

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