Cosa succede a Sempio che non si è presentato in Procura e cosa cambia dopo il ritrovamento dell’impronta

Non si parla d'altro che del caso di Garlasco e della piega che potrebbero prendere le nuove indagini su Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi, ovvero l'unico condannato per aver ucciso Chiara Poggi nella villetta di Garlasco il 13 agosto del 2007.
Oggi 20 maggio era il giorno dell'interrogatorio in Procura a Pavia di Alberto Stasi e Andrea Sempio: il primo ha risposto a tutte le domande dei magistrati, il secondo non si è presentato in Tribunale. I legali di Sempio hanno "impugnato" l'invito della Procura rimarcando un errore di forma. In altre parola, per l'avvocata Angela Taccia, uno dei due legali dell'indagato, i pm avrebbero violato il codice non inserendo nell'invito a comparire, come previsto dal codice, l'avvertimento che il pubblico ministero "potrà disporre l'accompagnamento coattivo in caso di mancata presentazione senza che sia stato addotto legittimo impedimento". Un punto quindi molto tecnico ma che ha permesso a Sempio di avvalersi del diritto di non presentarsi.
Ma non solo: pochi minuti dopo la fine dell'interrogatorio di Alberto Stasi un'esclusiva del Tg1 ha svelato per la prima volta impronte di Andrea Sempio vicino al cadavere di Chiara Poggi. Cosa è successo oggi? E soprattutto cosa rischia Andrea Sempio non essendosi presentato in Procura? E se le sue impronte venissero confermate? Ha fatto chiarezza Paolo Di Fresco, avvocato penalista del Foro di Milano.

Avvocato, cosa succederà ora che Sempio non si è presentato in Procura?
Andrea Sempio non si è presentato perché l’invito che gli è stato notificato sarebbe nullo. L’invito, infatti, non riporterebbe l’avvertimento previsto dall’art. 375, co. 2 lett. d) c.p.p., secondo cui il Pubblico Ministero può disporre l’accompagnamento coattivo dell’indagato che non si presenti senza addurre un impedimento legittimo. La tesi mi pare plausibile. In effetti, quando sia violata una norma che riguarda l’intervento dell’imputato o dell’indagato la sanzione prevista è la nullità dell’atto. E, nel caso specifico, l’invito parrebbe essere difforme rispetto allo schema legale previsto dall’art. 375 c.p.p., secondo cui l’atto “contiene” l’avvertimento in questione.
Cosa potranno fare i magistrati?
L’ipotesi più probabile è che il Pubblico Ministero emetta un nuovo invito, debitamente corretto. In linea teorica, peraltro, se volesse contestare la tesi della difesa e quindi difendere la regolarità dell’invito, il Pubblico Ministero potrebbe disporre l’accompagnamento coattivo dell’indagato. Tenderei, però, a escludere uno scenario del genere.
Potranno decidere di non interrogarlo più?
È possibile ma si tratterebbe, a questo punto, di una scelta strategica della Procura, su cui nessuno può ragionevolmente formulare ipotesi o fare previsioni.
Lui rischia qualcosa non presentandosi?
Per le ragioni che ho detto, il Pubblico Ministero potrebbe disporne l’accompagnamento coattivo. In tal caso, Sempio sarebbe costretto a presentarsi, anche con la forza. Mi pare, comunque, che la scelta di non comparire oggi sia sintomatica di una precisa strategia difensiva: non ci sarà più nessuna collaborazione ma uno scontro frontale tra accusa e difesa.
Cosa succederebbe invece se l'impronta vicino al corpo di Chiara Poggi fosse veramente di Andrea Sempio?
Se l'impronta fosse attribuita con certezza a Sempio, la Procura potrebbe anche decidere di chiederne la custodia cautelare in carcere per impedirne la fuga o, comunque, prevenire il pericolo di un inquinamento probatorio.