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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Cosa è successo nei 14 secondi della tragedia del Mottarone: “La cabina sussulta e torna indietro”

Quattordici secondi che hanno portato alla morte di quattordici persone. Sotto esame il video registrato da una telecamera di sicurezza che mostra cosa è accaduto alla funivia Stresa-Mottarone. “La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro”, ha spiegato il procuratore Olimpia Bossi. Non si esclude nessuna ipotesi, neppure quella dell’errore umano.
A cura di Susanna Picone
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"La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco, si vede che sussulta e torna indietro”. A parlare di quello che si vede in un video delle telecamere di sorveglianza che hanno registrato la tragedia della funivia del Mottarone è il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi. "La visuale – ha precisato Bossi – è però limitata alla zona dell'arrivo". "L'ipotesi della ‘forchetta' fa parte degli accertamenti da fare. Dal video non si vede – ha detto ancora il pm – la ‘forchetta' è un meccanismo che fa parte del sistema di blocco e sblocco della cabina e se sia stato inserito o meno dovrà essere accertato”. Quattordici secondi: questa la durata del video delle telecamere di sicurezza che hanno immortalato la tragedia della funivia Stresa-Mottarone, dove domenica hanno perso la vita 14 persone e un bambino di 5 anni, unico sopravvissuto, lotta in ospedale tra la vita e la morte.

La cabina tornata indietro a oltre 100 chilometri orari

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L’ultima corsa verso l’alto viene interrotta a pochi metri dalla vetta quando si spezza il cavo trainante: la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni alberi. Dice qualcosa di più di cosa è accaduto in quei secondi l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi: “Ci sono due sistemi frenanti che devono agire se purtroppo capita una cosa di questo genere. Se il sistema frenante non si aziona la cabina torna indietro, si calcola lo abbia fatto a oltre cento chilometri orari”. In corrispondenza del pilone, secondo la sua ricostruzione dell’incidente, non dovrebbe esserci stato nessun urto, “ma la pendenza che cambia a quella velocità ha fatto da trampolino e la cabina è saltata per aria a centro chilometri orari, facendo un volo di 54 metri, e poi è ancora rotolata per qualche decina di metri". Gabusi ha detto anche che il cavo che si è spezzato era stato revisionato poche settimane prima e non aveva dato segnali di pericolo: “Qualcuno ipotizza che nella nottata prima della tragedia i fulmini possano aver lesionato in modo non visibile all'occhio umano questi cavi. Ma il grosso problema riguarda i freni. È purtroppo possibile che il cavo si rompa, non è possibile che il doppio sistema frenante non si azioni”.

Il cavo tranciato e il mancato funzionamento dei freni

I due punti cardine dell'indagine aperta dalla Procura di Verbania per capire cosa è successo in quei drammatici secondi parlano appunto di un cavo tranciato e del mancato funzionamento del sistema frenante di sicurezza. Al momento gli inquirenti, oltre ad aver sentito una serie di testimoni, stanno ricostruendo società, competenze e ruoli nell’incidente. La Regione Piemonte ha chiarito che la proprietà dell'impianto del Mottarone è del Comune di Stresa dal 1997 anche se "la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti". Potrebbe essere questione di ore il passaggio dell'inchiesta da ignoti a noti.

Incidente funivia: non escluso l'errore umano

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Il procuratore di Verbania ha confermato che è stato sequestrato anche l'impianto di registrazione e di aver visionato per il momento solamente i pochi secondi che riguardano l'incidente. Riguardo al blocco di circa mezz'ora del giorno prima della funivia "non sappiamo dire se questo sia collegato all’evento”, ha spiegato. Al momento, ha ribadito, il cavo spezzato, non si sa per ora "a che lunghezza" e che si trova a terra "a monte del pilone", assieme al sistema di frenata di sicurezza, sono i due punti su cui si concentrano le indagini. Indagini che non escludono nessuna ipotesi, neppure quella dell'errore umano.

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