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Covid 19

Troppe richieste per la spesa online: in tilt consegne di Amazon Prime Now ed Esselunga

I casi di Coronavirus in Lombardia e in altre regioni italiane stanno spingendo alcune persone a fare incetta di generi di prima necessità e non solo, nei supermercati ma anche online. A Milano è impossibile al momento fare la spesa online su alcuni dei siti più comuni, come Prime now ed Esselunga. Troppe le richieste: gli slot per le consegne sono terminati e, nel secondo caso, per ricevere la spesa a casa servono almeno quattro giorni.
A cura di Francesco Loiacono
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La corsa alla spesa per l'emergenza Coronavirus, bollata come "senza senso" dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, si è spostata dalle corsie dei supermercati "fisici" a quelle virtuali. Tutti i principali servizi di consegna a domicilio su Milano, da Amazon Prime now al servizio "Esselunga a casa" della nota catena di supermercati, registrano consistenti ritardi a causa dell'elevata mole di richieste. Gli slot orari per la consegna della spesa effettuata online su Amazon sono esauriti: significa che di fatto i corrieri non riescono più a portare la spesa a casa di coloro che la ordinano. Un avviso campeggia sul sito del servizio "Prime now" di Amazon (che, a regime, consente di ricevere una spesa di almeno 50 euro nell'arco di due ore senza fasce aggiuntive: "Oggi le consegne non sono disponibili. A causa della richiesta, le fasce di consegna sono temporaneamente chiuse". Dal colosso dell'e-commerce confermano le difficoltà per quanto riguarda il servizio: "Al momento le consegne su Prime now stanno subendo dei rallentamenti a causa dell’elevata richiesta. Stiamo lavorando per rafforzare il servizio".

Sul sito di Esselunga consegna solo tra quattro giorni

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Difficile fare la spesa online al momento anche sulla piattaforma di Esselunga. Una volta terminato di riempire il proprio carrello virtuale, ci si accorge che le consegne per i prossimi tre giorni sono impossibili. Al momento, i primi slot disponibili per poter ricevere la spesa a casa sono nella serata di venerdì. Ma anche per chi non cede alla paura e va a fare la spesa nei supermercati la richiesta eccessiva sta causando qualche problema: "Stiamo lavorando il doppio", afferma a Fanpage.it un dipendente del supermercato Conad in via delle Pecetta, zona Ghisolfa. Tra gli scaffali non si vedono le scene viste ieri in alcuni supermercati della città: i generi alimentari ci sono. Ma sulle porte d'ingresso campeggiano cartelli che spiegano che per oggi, lunedì 24 febbraio, il servizio di consegna a domicilio è sospeso.

Amazon chiede altri prodotti ai propri fornitori

I problemi legati alle troppe richieste comunque non riguardano solo la spesa quotidiana, quella dei generi alimentari. Anche sul fronte degli ordini tradizionali sui siti di e-commerce si sentono gli effetti dell'emergenza (e della psicosi) legata al diffondersi dei casi di Covid-19 in Italia. È sempre Amazon, il colosso statunitense, ad ammetterlo: l'impennata di ordini ha spinto l'azienda ad attivarsi con i propri fornitori in via precauzionale "per ottenere ulteriori quantitativi di prodotti e per mantenere la selezione per i nostri clienti". L'incremento degli ordini sta avendo qualche ripercussione naturalmente anche sui corrieri. Qualcuno lamenta "molta confusione e troppa paura" e da fonti sindacali segnalano anche che ci "sono molti che hanno preferito non andare a lavoro".

Consegne e ritiri sospesi nella zona rossa del Coronavirus

Tutti i centri della logistica e di smistamento di Amazon sono comunque in funzione, perché nessuno si trova all'interno della zona rossa che comprende i dieci comuni del Lodigiano che sono uno dei due focolai di Coronavirus individuati in Italia. Dall'azienda comunque precisano: "Poniamo la massima attenzione al benessere, alla salute e alla sicurezza dei nostri dipendenti. Abbiamo chiesto a tutti i dipendenti che risiedono nei comuni interessati dalle ordinanze emanate dalle autorità competenti di rimanere a casa fino a quando le stesse rimarranno in essere, in permesso retribuito. Abbiamo esteso la medesima richiesta a tutti i nostri fornitori con personale residente in questi comuni". Inoltre, tutti i corrieri si stanno attenendo alle disposizioni previste dal decreto del governo che ha isolato i dieci comuni del lodigiano: le consegne e il ritiro di pacchi e prodotti nei dieci comuni sono dunque al momento sospese.

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