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Covid 19

Perché i cristiani pregano san Rocco per invocare la fine dell’epidemia di Coronavirus

Rocco era un pellegrino che aveva intenzione di andare in pellegrinaggio a Roma durante un’epidemia di peste. Si fermò più volte durante il tragitto ed ogni volte gli furono attribuite guarigioni miracolose. Arrivato nella capitale della cristianità guarì anche un cardinale e la sua fama si diffuse in tutto il mondo.
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Anche durante l’emergenza Coronavirus i cristiani hanno un protettore: si tratta di san Rocco, invocato da secoli dai fedeli di tutto il mondo, ed in particolare in Europa, durante i tempi di pestilenze ed epidemie. Le fonti storiche su di lui oscillano tra agiografia e leggenda, la sua esistenza è certa.

Secondo la tradizione, nacque in Francia, a Montpellier, verso il 1350, e nel corso della più grande epidemia di peste di tutto il Medioevo in Europa si recò in pellegrinaggio a Roma dopo aver donato tutti i suoi beni ai poveri. Solo che arrivato ad Acquapendente, vicino Viterbo, decise di fermarsi per occuparsi dell’assistenza agli ammalati di peste, morbo che infuriava in tutta l’Europa e subito i suoi contemporanei gli attribuirono molteplici guarigioni miracolose. Quando seppe che la situazione in Emilia era gravissima, decise di risalire lo stivale per continuare ad occuparsi delle persone che soffrivano e per confortarli. Arrivato a Roma nel 1367, operò nell’ospedale del Santo Spirito, dove tracciò il segno della croce sulla fronte di un cardinale, guarendolo istantaneamente dalla malattia.

Il santo viene spesso ritratto insieme ad un cane. Questo perché, mentre accudiva degli ammalati vicino Piacenza, anche Rocco si ammalò e, per non contagiare chi gli era vicino, decise di andare a vivere in una grotta. Lì veniva raggiunto quotidianamente da un cane che, per garantirgli la sussistenza, rubava ogni giorno un pezzo di pane dalla mensa del suo padrone per portarla al santo. Guarito, continuò a girare per l’Italia e la Francia, fino alla morte, avvenuta il 16 di agosto di un anno tra il 1376 ed il 1379. Sepolto a Voghera con tutti gli onori, fu subito invocato dai suoi contemporanei affinché intercedesse presso Dio per evitare nuove pestilenze. Nel 1414 fu addirittura invocato dal Concilio di Costanza affinché cessasse l’epidemia di peste diffusasi durare i lavori. Nel 1485 i resti mortali di Rocco furono portati a Venezia, dove si trovano oggi.

Il culto di San Rocco ebbe fin da subito una vasta eco nella Chiesa cattolica. I pittori e gli scultori iniziarono a raffigurarlo come un pellegrino, con bisaccia e mantello, spesso con un cane al suo fianco. Molte volte sulle vesti di San Giorgio compare una conchiglia, simbolo dei viandanti, altre volte un rosario. Una curiosità è legata al fatto che ogni artista provvedeva a dipingere o scolpire sul corpo di san Rocco anche un simbolo della guarigione dalla peste, come una benda che copre una ferita, una piaga o il segno di una incisione praticata dai medici.

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