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Covid 19

Coronavirus, la lettera degli scienziati italiani: “Servono misure più stringenti in tutta Europa”

In una lettera un gruppo di scienziati italiani ha lanciato un appello ai colleghi stranieri: “Se risiedi in un Paese Ue nella maggior parte degli Stati membri hai abbastanza tempo per effettuare un blocco simile alla Cina o alla Corea del Sud per rallentare rapidamente e fermare il contagio con molti meno sforzi e molti meno costi di quelli che sta affrontando l’Italia”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I fisici italiani che stanno seguendo l'andamento dell'epidemia di coronavirus, poi riclassificata pandemia dall'Oms, fin dai primi contagi, hanno scritto una lettera aperta ai colleghi di tutto il mondo, lanciando un appello affinché i governi di tutto il mondo adottino misure più stringenti per contrastare la diffusione dell'infezione: chiedono agli scienziati stranieri di sensibilizzare il proprio governo ad adottare misure stringenti e immediate. La lettera, pubblicata oggi sulla pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e Analisi Scientifiche', ha già raccolto circa 400 firme.

"Siamo ora nella tragica situazione in cui il sistema sanitario più efficiente della zona più ricca del Paese (Lombardia) è quasi al massimo della sua capacità e presto sarà difficile curare più persone contagiate dalla Covid-19", si legge nella lettera aperta, diffusa in inglese e in italiano, e che ha tra i primi firmatari il fisico Enzo Marinari, dell'Università Sapienza di Roma, il biologo Enrico Bucci dell'americana Temple University e il matematico Richard D. Gill, emerito dell'Università olandese di Leida. Gli stessi che hanno divulgato due giorni fa uno studio sulla dinamica della diffusione del coronavirus, che ha mostrato un primo rallentamento del tempo di raddoppiamento dell'epidemia.

I ricercatori spiegano che "è stato imposto un lockdown quasi totale del Paese: per rallentare e, speriamo, fermare il contagio il più presto possibile". Rilevano inoltre che "come emerge senza alcun dubbio dai dati disponibili, tutti i Paesi europei stanno sperimentando lo stesso tasso di velocità di contagio, con solo pochi giorni di ritardo rispetto all'Italia" e che si sta osservando la stessa identica dinamica iniziale nel numero di nuovi casi in tutti i Paesi in cui si sta sviluppando l'epidemia.

"Se risiedi in un Paese Ue – si legge ancora nell'appello ai ricercatori – nella maggior parte degli Stati membri hai abbastanza tempo per effettuare un blocco simile alla Cina o alla Corea del Sud per rallentare rapidamente e fermare il contagio con molti meno sforzi e molti meno costi di quelli che sta affrontando l'Italia". Questo perché, conclude la lettera, "se l'Italia avesse agito con forza solo 10 giorni fa, e questo è più o meno il punto in cui sei ora, ci sarebbero stati molti meno decessi e crisi economiche".

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